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Abisso Trebiciano
Trieste - Carso Triestino

Attività svolta Domenica, 06 Febbraio 2011

Partecipanti: Jack, Marcone, Monica, Mus, Nino, Sandro

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Vuoi vedere che il GSS esce dalla propria tana e va a visitare qualche altra grotta addirittura fuori regione? Sembra proprio di si!

L'invito arriva da Giacomo Casagrande, speleo amico di Trieste e anche di Asiago, che dovendo portare a fare una visita della grotta un gruppo di free climber di Udine, propone anche a noi di fare parte della spedizione.
Accettiamo con gioia, anche perché si dice che l'abisso Trebiciano sia veramente una grotta da vedere, una pietra miliare per ogni bravo speleologo.
Io sono un po' indeciso sul da farsi, sabato ad Asiago c'è la kopa karrukola a cui non posso mancare, quest'anno abbiamo costruito un meraviglioso letto matrimoniale con gli sci, io faccio la sposa e il Don Federico sarà il mio sposo alla prima notte di nozze, prevedo di fare tardi la sera per cui avviso Nino che dopo una lunga riflessione, duramente decido di stare a casa. Nino mi dice se sono mona, come fai a perderti una occasione del genere? Ricambio idea (mona do volte?), va beh, sono della partita anche io, ci vediamo domani mattina alle 6.00.
Mi riprometto per tutto il sabato di non fare tardi e anche i Don è dello stesso avviso, lui deve anche dire messa alle 9.00 domenica mattina per cui non possiamo entrambi fare tardi.
Balle!!! Arriviamo a casa alle 2.30, mooolto cotti, ma ormai ho deciso, a trieste ci vado anche io e puntualissimo alle 6.00 mi unisco al resto della truppa.
Siamo io, Marco grande, Sandro Ronzani, Loris, Nino, Monica, in due macchine, alle 9.00 quasi in punto siamo nel luogo dell'appuntamento e gli altri sono già lì ad attenderci. Altro spostamento verso l'ingresso della grotta, panino, vestizione e via tutti in fila verso la botola del famoso abisso.
Nell'ingresso si stanno facendo dei lavori, da come si capisce, sopra vogliono fare una casetta, Giacomo dice che hanno dei soldi da spendere e hanno trovato il modo per farlo. Il nostro gruppo è composto da circa una ventina di persone, prima di noi un altro gruppo di circa una trentina di persone che già sta scendendo nell'abisso. Prima di entrare un omino ci aspettava, le visite nella grotta si fanno solo la prima domenica del mese e vanno fatte su prenotazione. Una bella firma sul registro presenze e via verso il fondo.
La grotta profonda 329 metri, è stata scoperta ancora nel 1877, allargata ed attrezzata con scale di legno e pianerottoli fino al fondo proprio con l'idea di intercettare il fiume sotterraneo Timavo che nasce in Slovenia e recuperarne l'acqua per l'approvvigionamento idrico della città. L'impresa riuscì, ed i pionieri di allora riuscirono nell'intento, trovarono il Timavo ma non venne mai realizzato un sistema di pompaggio per sfruttare l'acqua trovata su fondo.
Nel 1974 il comune di Trieste da in concessione la grotta alla Società Adriatica di Scienze Naturali, che trasforma così la grotta in uno dei più profondi laboratori ipogei del mondo.
Torniamo alla nostra "gita", le scale in legno sono state sostituite con delle scale in ferro, ci si allongia come in una ferrata su di un cavo di acciaio e scalino dopo scalino si scende verso il fondo.
Una progressione strana per chi è abituato a farlo sulla corda, si scendono pozzi anche di 50 metri e ci rendiamo conto che per l'uomo la voglia di scoprire l'ignoto è sempre stata forte, si notano metri e metri di scavi artificiali, muretti a secco enormi e in ogni anfratto per sistemare il materiale di risulta.
Però alla fine il grande lavoro è stato premiato alla grande, sul fondo, quasi a livello del mare si arriva in uno stanzone gigantesco, 300 metri per 100 alto 50, enorme, impossibile da illuminare, il pavimento con una montagna di sabbia fine di mare e una scarpata che porta fino al fiume che scorre lieve più in basso. Lieve in quel momento, ma quando ci sono le piene lo stanzone si riempie completamente di acqua e la pressione d'aria che si crea all'ingresso è talmente forte che anni or sono una botola di ferro sull'ingresso è stata divelta dalla potenza dell'aria stessa.
Anche 100 anni fa, come adesso, probabilmente è stata proprio questa aria a spingere l'uomo a scavare.
Con me ho anche la telecamera così realizzo un filmatino ricordo, Monica è alla sua prima vera discesa in grotta dopo la sua non piccola operazione, anche per Sandro finalmente un po' di sana profondità.
Per finire con gioia la gita fuori porta andiamo tutti in una Osmiza (agriturismo triestin) a rifocillarci con un po' di affettati e buon vino, poi il ritorno a casa stanchi ma felici.
Nota: Marco piccolo è rimasto a casa. Somaro!!


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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