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ABRI SASSI
RITORNO AI RAMI ALTI

Attività svolta Domenica, 23 Marzo 2014

Partecipanti: Elena, Jack, Nino

RISALITA_2

… e il maltempo, inesorabilmente, si abbatte ancora una volta sull’Altopiano in modo considerevole limitandoci nell’attività esplorativa: che palle! Per noi “montanari” già è dura venire fuori sani e salvi dall’inverno che non sembra finire mai, figuriamoci se neve ed acqua persistono in giornate considerate primaverili. Praticamente quasi ogni attività è compromessa dalla presenza di acqua e non c’è nessuna voglia di passare un intera domenica a scavare a -3. Anche il vecchio Nino comincia ad essere scarso di idee, ( non è vero, ne ha anche troppe) ma ad un certo punto ci stupisce dicendo così: Sono 20 anni che non si va a dare un occhiata ai rami alti degli Abri Sassi, perche’ non andiamo a fare un giro in quei luoghi? Dopo 20 anni la visione delle cose tra l’altro cambia e chissà che la visita non porti qualche bella sorpresa! Detto, fatto! Siamo io, Nino ed Elena, con noi abbiamo tutto o quasi visto che questa volta siamo senza furgone di Nino e così ci cambiamo sotto una leggera pioggia, (dura cambiare abitudini) ho anche la macchina fotografica con micro cavalletto Polacco, Elena ha gli illuminatori così possiamo trasformarci in pseudo fotografi. (non abbiamo al momento foto dei rami alti). Si entra, sempre una bella sensazione alzare la botola e “vedere” l’aria uscire;(non ho detto cazzate, qui l’aria si fa vedere non sentire) giu’, formando un bel trenino tipo capodanno, poco dopo ci si ferma a fare qualche scatto e poi siamo già sulla risalita dove Nino si appresta a sostituire la vecchia corda con i vecchi armi che ormai sono passati alla storia. Con Elena immortalo qualche immagine, le foto sembrano venire bene anche con la compatta (o almeno ci accontentiamo), poi tutti e tre su per la corda e via ancora foto. Siamo fortunati, la parte alta è più asciutta e ci possiamo godere la giornata in tranquillità senza la paura di bagnarci all’inverosimile. Avanziamo senza tralasciare nessun crepo, c’è chi scende, c’è chi sale, io per risalire un paio di camini stretti, ma interessanti, tolgo l’imbrago e via con le esplorazioni. Troviamo anche un pozzetto già armato da scendere, lo ricordavo meno profondo, io senza imbrago mi aggrappo alle spalle di Elena per scenderlo (robe da mati). Arriviamo in fondo al ramo dei 400 in una zona piena di diramazioni, Nino non ricorda se un pozzetto è stato sceso (il rilievo poi ci darà la conferma dell’avvenuta discesa), rammenta invece che in fondo alla stanzone si deve risalire “in libera”. Lui sale come una scimmia, io con qualche difficoltà lo raggiungo, Elena, giustamente si rifiuta di seguirci. Arriviamo così all’ultima sala. Di veramente interessante c’è un laminatoio largo e lungo quasi una quindicina di metri, con l’illuminatore si riesce anche a scorgere delle zone in cui il laminatoio si approfondisce. Sul fondo c’è della terra e basterebbe avanzare scavando muniti di un bel piede di porco, sembra quasi un lavoro facile (tenere presente). Torniamo a casa! Cosa dire di questi due rami: meravigliosi!


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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