Bonprukkaloch

Monte Bertiaga

Come promesso da Nino, seppur reduci dalla cena di fine anno del GEO stamattina io, Nino, Alessandro, Marchetto e un suo amico ci siamo dati appuntamento alla Fina per continuare l’esplorazione del nuovo buco trovato sul Monte Bertiaga. Anche oggi Ale è di turno al Museo perciò anticipiamo di un’ora il ritrovo e senza perdere tempo andiamo verso la nostra meta. Ale, Nino e Marchetto si occupano di rendere l’ingresso più agevole allargandolo un po’, mentre a me viene affidato il compito dell’armo, oggi tutto su attacchi naturali. Infatti lo stesso faggio su cui si fa la partenza offre una solida radice che passa proprio sopra l’ingresso, permettendo di frazionare, con la corda che scende in centro pozzo. Anche oggi lasciamo che sia Ale ad entrare per primo, con Nino che lo segue a ruota, ma visto che devono fermarsi appena sotto per allargare un po’, ne approfitto per stare fuori con Marchetto a fare qualche test con i Multimonti che ci avevano dato problemi agli Abrisassi e …mistero risolto! la punta del trapano troppo vissuta…provvederemo subito a comprarne una nuova!! Nel frattempo i lavori di scavo sono avanzati perciò scendo anch’io a vedere questa nuova grotta che appena entrata mi lascia di stucco…infatti la grotta è davvero molto concrezionata, e stalattiti e stalagmiti danno l’idea di essere lì da molto tempo. Rompendone alcune (purtroppo) scopriamo addirittura un doppio concrezionamento. Dopo il pozzo d’ingresso qualche metro di meandro da su un’altro saltino di un paio di metri o poco più. Ale ha giusto il tempo di approntare l’armo, scendere e intravedere un meandro, prima di scappare per tornare al Museo. Così restiamo li solo io e Nino decisi comunque a proseguire i lavori. Oltrettutto l’ambiente è molto confortevole: niente acqua né freddo, proprio l’ideale. Scendiamo anche il secondo saltino e attacchiamo il meandro, anch’esso molto concrezionato. Allargato l’ingresso, tocca a me (“l’esile”) infilarmi per capire come procedere. Ahimé subito dopo la curva tutto chiude, rimane solo una fessura della larghezza di un dito dalla quale non sento nemmeno il soffio di un filo d’aria…l’impressione è comunque di un meandro che c’era e che in un tempo successivo è stato quasi completamento richiuso dalle concrezioni, peccato!!! Ma abbiamo ancora una carta da giocare…torniamo alla base del primo pozzo, alla destra del quale si intravede una saletta al di là di una fessura nemmeno troppo stretta e dalla quale sentiamo invece provenire dell’aria. E’ sufficiente rimuovere qualche sasso e scavare nella terra per riuscire a infilarsi. E’ di nuovo il mio turno e stavolta devo togliermi l’imbraco seppur il passaggio non sia affatto complicato. In un attimo sguscio di là e mi ritrovo in un piccola saletta dove a fatica riesco a stare seduta. Anche qui tutto è ricoperto di vecchie concrezioni e l’unica via di prosecuzione è un piccolo buco nel pavimento ostruito da terra…provo a farci passare qualche sasso ma nulla…l’aria comunque c’è. Per oggi ci fermiamo, quel che potevamo fare l’abbiamo fatto e la grotta valeva sicuramente la pena essere vista. Quando usciamo e rimettiamo i nostri panni di persone comuni è solamente l’una perciò ne approfittiamo per andare a vedere un buco in quel di Rubbio da cui soffia un’aria fortissima…non si riesce a tenere la fiamma accesa!!! Sicuramente da vedere! Soddisfatti torniamo alle macchine e ci diamo appuntamento alla prossima esplorazione…