Gli speleo del G.S.S.

  • nino
    Nino
  • corrado
    Corrado
  • chiara
    Chiara
  • loris
    Mus
  • giacomino
    Giacomino
  • giacomo
    Jack
  • sandro
    Sandro
  • marco
    Marco
  • davide
    Davide
  • fabio
    Fabio
  • chiaretta
    Chiaretta
  • monica 1
    Monica
  • alessandro
    Alessandro
  • elena
    Elena
  • moreno
    Moreno
  • marchetto
    Spit Panda
  • mirko
    Fossa
  • renzo
    Renzo

Buso del Diavolo - Si ritorna dopo 22 anni

Attività svolta Domenica, 17 Marzo 2013

Partecipanti: Davide, Elena, Mus, Nino

polloloch_nino

Nell'ormai lontano Febbraio del 1991 (vedi Loch 90-91) su indicazione di un abitante di Conco, tale Giovanni Bonato conosciente di Sandro Ronzani, venimmo a conoscenza dell'esistenza di due grotte nel territorio di quel comune. Tutte e due le cavità erano state chiuse da tempo e niente lasciava intravvedere la loro esistenza. La prima delle due si trovava in contrà Turchia, non lontano da Gomarolo. Il signor Bonato ci raccomandò di portare pala e piccone e giunti sul posto ci indicò il luogo in cui scavare. Pochi colpi di piccone ed ecco aprirsi sotto di noi un bel pozzo nel rosso ammonitico che sarebbe poi diventato "Buso della Turchia" profondo una trentina di metri e che era stato chiuso quarant'anni prima. Dopo qualche ora la scena si ripeteva a qualche chilometro di distanza in prossimità della provinciale che dal centro di Conco va verso Fontanelle. Anche qui , al centro di una valletta che scendeva verso sud, a pochi metri da una vecchia cava, alcuni colpi del solito piccone misero in luce un altro pozzo profondo una decina di metri, il Buso del Diavolo. Scendemmo in questa grotta la domenica successiva. Purtroppo per noi a meno di un centinaio di metri dall'ingresso esisteva una costruzione molto comune dalle nostre parti negli anni 60-70,un pollaio per l'allevamento di polli in batteria. In queste strutture era molto frequente la diffusione di malattie che sterminavano i poveri polli. Nel caso specifico,qualcuno si era disfatto di centinaia e centinaia di animali morti buttandoli nel pozzo ed in altri adiacenti prima che il ripristino della cava vicina li chiudesse forse per sempre. All'epoca ero tra quelli che avevano sceso il pozzo. In tutte le parti della grotta erano disseminate ossa e resti di penne e ricordo che un odore malsano saturava l'aria. Durante l'esplorazione di una condotta mi feci un taglio alla mano destra che in seguito mi procurò una bella infezione. Ultimamente mi ronzava per la testa l'idea di tornare in questa grotta e di recente mi ero recato un paio di volte a controllare se l'ingresso fosse ancora agibile. I miei ricordi erano un po' annebbiati ed ero convinto che l'esplorazione fosse stata abbandonata sul nascere al momento del mio incidente alla mano. La grotta si trova in un posto strategico, in zona non ci sono altre cavità conosciute e dopo 22 anni la grotta si sarà certamente pulita. E veniamo ad oggi. Scenderemo in tre in quanto Davide si è tagliuzzato una mano sul lavoro e ci darà assistenza esterna. Allarghiamo un po' la partenza,Loris mette un fix e scende seguito da Elena. Il pozzo è abbastanza ampio e sul fondo è per intero occupato da acqua e fango. Loris, vecchio ed esperto speleo si ferma titubante al bordo della melma nera. Arriva Elena, giovane spavalda, e prova a farsi una passeggiata per cercare qualche prosecuzione. Al primo appoggio viene letteralmente catturata dal fango che qui ha la consistenza delle sabbie mobili dei migliori film del genere e inizia a sprofondare inesorabilmente per tutta l'altezza dello stivale. Subito viene presa dal panico ma poi attaccandosi ad uno spuntone riesce a mettersi al sicuro mentre arrivo anch'io. Il fondo sembra tappare e Loris risale per un paio di metri sino ad una finestra e una volta entrato mette un fix ed Elena appronta una tirolese che ci evita di finire nella merda sottostante. Oltre, una condotta piena di fango e ossa di pollo, lunga 4-5 metri, si affaccia su di un secondo pozzo di 5 metri. Loris arma e scende ma sotto chiude. Risalendo ,quasi alla sommità vede un'altra finestra oltre la quale sembra esserci qualcosa. Ci rendiamo conto che muovendoci abbiamo smosso qualcosa,l'aria si è fatta più pesante, l'odore è sgradevole. Evidentemente il fango ha impedito che la decomposizione completa della materia organica e notiamo che ovunque ci sono un sacco di lombrichi tipici dei terreni grassi. Decidiamo di uscire e di tornare la settimana prossima. Uscendo notiamo un'altra finestra a pochi metri dall'esterno.


Scritto da

Nino

Nino Socio G.S.S. dal 1972 (Socio Fondatore del G.S.S.)

Dai un voto a questa notizia

4.0/5 di voti (2 voti)

Commenti (2)

  • Mirko Fossa

    Mirko Fossa

    08 Aprile 2013 at 20:34 |
    Bellissimo sorriso Nino
  • Kele

    Kele

    29 Aprile 2013 at 07:34 |
    prova faccina

Lascia un commento

Stai commentando come ospite. Login opzionale sotto.