Gli speleo del G.S.S.

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Gennaio 2011
Riassunto di tutta l'attività svolta nel gennaio del 2011

Attività svolta Sabato, 01 Gennaio 2011

ESPLORAZIONI 2011
Prefazione
Anche il 2010 è ormai alle spalle, com'è andata l'annata speleologica? Bene, anzi benissimo, le esplorazioni e le uscite in grotta sono state veramente tante e anche le scoperte lasceranno un segno indelebile nel tempo. Tra tutte sicuramente la Giasara che dopo anni di estenuante lavoro ci ha regalato la gioia di scendere, per il momento, fino a -200, ma anche il Bertiagaloch con la sua bella faglia (speriamo continui anche questo) e il Panoramix che però, malgrado la nostra tenacia, al momento non vuole saperne di lasciarci entrare negli Abri Sassi.
Poi c'è il Museo dell'acqua che va alla grande grazie alla tenacia di Corrado, Jil, Chiara, Chiaretta e tutti quelli che si prodigano per portare avanti questo meraviglioso progetto.
Tante cose però non sono state fatte, niente puliamo il buio, niente giornata speleo in piazza, niente serata per parlare delle nostre esplorazioni. Sicuramente la causa sta nel fatto che gli altri anni andavamo meno in grotta, il tempo libero ormai è quello che è e purtroppo tutto non si riesce a fare.
Come sarà il 2011?
La carica che ognuno ha addosso è alta, la voglia di scoprire grotte nuove anche, tutto sommato siamo in tanti e tutti motivati. Risultati ne dovremmo vedere.


DOMENICA 9 GENNAIO: "ASTERIX" (cronaca di Giacomo)

E si, proprio l'Asterix, quella strana grotta su in Montagna Nova, sopra alle piste del Biancoia per capirci, scoperta da Sandro negli anni '90. Ricordo ancora quella giornata di autunno in cui Sandro ci chiama per dirci che ha trovato una nuova cavità soffiante. All'epoca non abbiamo aspettato nemmeno un giorno e seppur quasi notte siamo voluti andare subito a vedere questo nuovo ingresso. Era una sera autunnale particolarmente fredda e dal buco usciva un aria fortissima e per vederla liberavamo delle foglie secche di faggio e queste venivano "sparate" in alto. L'entusiasmo era alle stelle.
Per molte volte siamo poi andati ad esplorare quella grotta ma alla fine ci arrendemmo perché non si riusciva a capire dove fosse la prosecuzione.
Nino con sua figlia Giulia in settimana è già andato a farsi una ciaspolata per vedere la situazione anche perché l'ingresso si trova nei pressi di una cava di marmo e c'era la possibilità che con il ripristino l'ingresso venisse chiuso.
Non è andata così, tutto è come prima e anche i cavatori bisogna dire che hanno risistemato la zona come si deve senza lasciar segno del loro passaggio.
Domenica siamo tutti pronti: io, Nino, Loris Marco Panda. Saliamo con due macchine e troviamo la strada che da Biancoia sale fino all'Asterix completamente ghiacciata, un lastrone unico.
Con calma arriviamo a destinazione e siamo preoccupati per come sarà poi la discesa; la giornata è bella e forse il sole ci verrà in aiuto.
Ci cambiamo prima del divieto e via verso l'ingresso della grotta, lungo la strada Nino trova una carrozzina abbandonata e così cominciamo a fare gli idioti con il nuovo mezzo di trasporto del GSS immortalato poi da una bella foto.
Di neve oramai ce n'è veramente poca anche perché per tutta la settimana ha piovuto per cui l'avvicinamento è facilissimo e in pochi minuti siamo sull'ingresso. Sembra stretto per cui si decide subito per un allargamento che viene fatto non prima però di aver placchettato con il numero 2699 la cavità per il nuovo catasto della Regione Veneto.
Una bella foto della placchetta e intanto Nino lega una corda su due faggi appena sopra per fare da sicura. Gli dico, tutto convinto, che io non metto neppure l'imbrago perché non ho nessuna intenzione di sporcarlo e poi per scendere sul fondo non si fa corda.
Entriamo e Nino che è davanti a tutti mi dice che non riesce ad infilarsi nella prima strettoia, dice che non si passa, lo supero e passo avanti prendendolo in giro sul fatto che l'età è veramente una condanna. La strettoia poco dopo sparirà perché trapano alla mano passiamo alle maniere forti. La grotta è "strana", come già era successo riesplorando il "Bertiaga", di nuovo arriviamo alla conclusione che negli anni passati la percezione del pericolo e del "largo" erano diversi rispetto adesso, infatti ci sono massi appesi ad un filo un po' dappertutto e i passaggi sono spesso al limite.
Andiamo avanti poco convinti pensando che se si vuole esplorare ancora questa grotta si dovrà fare un bel lavoro di ripulitura prima; però oggi la voglia di andare a vedere sul fondo la via buona dove iniziare a lavorare è tanta e così andiamo avanti. Scavalchiamo la Grande lama che divide in due una stanza e dall'altra parte troviamo una bella sorpresa: un pozzo di una decina di metri. E questo da dove salta fuori? Chi se lo ricorda? Boh! Loris esce a prendere gli imbraghi, intanto Nino si rifà prendendomi in giro sulla mia memoria ferrea.
Diamo un'occhiata agli armi e capiamo che sono datati per cui optiamo per una revisione degli attacchi. Nino scende e io dietro. Ad un certo punto ci troviamo tutti e due appesi allo stesso fix a cinque metri dal fondo aspettando che Loris cambi la corda che non arrivava più per terra. Scendiamo e qui troviamo la seconda sorpresa della giornata. Un cunicolo, una curva e ...uno stanzone di notevoli dimensioni che nessuno aveva in memoria. Poco dopo siamo tutti indaffarati e ognuno cerca il posto da dove esce l'aria. Nino accende il toscano-rilevatore e intanto io risalgo a prendere la corda che avevamo lasciato sopra per poter poi dare un occhiata ad un pozzetto in mezzo alla frana. Io poi mi intestardisco su un crepo in fondo allo stanzone che però non darà il risultato sperato. Gli altri tre arrivano sul fondo del pozzetto ma anche da quella parte nulla si muove. L'aroma del toscano mentolato di Nino invade la grotta e alla fine riusciamo a farci un'idea di dove la grotta va avanti: un pozzetto abbastanza stretto che scende per circa 5 metri da allargare e poi, si vedrà; prima però dobbiamo sistemare tutta la parte iniziale della grotta, troppe "trappole" disseminate ovunque, devono sparire.
Usciamo, ci cambiamo e via a casa; la strada non è più ghiacciata così il ritorno è più tranquillo.


 

GIOVEDI' 13 GENNAIO: MUSEO DELL'ACQUA (cronaca di Giacomo)

Stasera al Museo Michele Tommasi sarà il docente di un mini corso sul nuovo sistema di censire le cavità vecchie e nuove.
Avevamo chiesto a Michele se aveva voglia di venire su ad Asiago a darci qualche dritta su placchette, foto, satellitare GPS e scheda, lui ci ha preparato un corso completo così visto che prima o poi anche noi dovremmo cominciare a "placchettare" se partiamo con il piede giusto, metà del lavoro è già fatto.
Per l'occasione sono saliti su al museo anche Mirco Fossa, Elena, Buba, il papà di Elena e Mara famosa speleologa.
Noi del GSS c'eravamo quasi tutti e Michele si è dimostrato all'altezza della Situazione.
Da oggi, teoricamente, censire non sarà più un problema!


 

DOMENICA 16 GENNAIO: BUSO IN VAL MOLTRINA " FALBALA' "
(cronaca di Giacomo)

Niente male per essere il 16 di gennaio, la temperatura e' mite e la giornata splendida, sembra gia' di essere in primavera ma non e' proprio così intanto noi approfittiamo del bel tempo e anche questa domenica si va in grotta.
Non è stato facile prendere la decisione sul cosa fare, si pensava anche di salire su al Bertiagaloch a rilevare ma poi la decisione è caduta sul buso della Val Moltrina.
L'ingresso non è nuovo, ogni volta che scendiamo in val Ceccona ce lo troviamo la davanti sul gran curvone dove sono sempre parcheggiati i camion del latte del Rizzato, ma noi tiriamo dritti. L'anno scorso però, in una giornata in cui le temperature erano veramente basse, passando davanti ci siamo accorti di una colonna di aria che usciva da questa cavità e condensava sulla parete sovrastante. Ci siamo fermati a dare un occhiata però restammo un po' amareggiati perché la grotta era piena di immondizie che qualche furbetto aveva abbandonato.
La storia finì lì, ma il prode Nino era rimasto esterrefatto dalla gran quantità d'ari che usciva da quella grotta e così oggi ci troviamo tutti qui per vedere se la cosa si fa interessante.
Ci sono io, Nino, Loris, Marco grande e marco Panda (il piccolo), Sandro con il figlio più grande che se ne sta chiuso in macchina ad ascoltare musica a tutto volume e per la prima volta con noi anche il piccolo Cesare figlio di Marco che ha pure indossato una tutina perché anche lui vuole fare lo speleo ( malattia ereditaria???)
Siamo in tanti, però il tempo non invoglia per niente ad entrare in quella grotta, tra l'altro piena di immondizie, solo Nino si cambia e si lancia nell'esplorazione aiutato dall'esterno dalla Monica che si fa passare le "squasse" che Nino toglie di mezzo.
Intanto fuori tutti con gps e schede catastali alla mano perché vogliamo anche mettere in pratica quello che abbiamo imparato giovedì dal dottor "Tommasi"; piantiamo la placchetta sulla sinistra dell'ingresso, facciamo la foto, posizioniamo la cavità con il gps e compiliamo la scheda sicuri del fatto che la grotta ha uno sviluppo superiore si 5 metri ( almeno a ocio).
Ad un certo punto, Nino scorge tra le immondizie un passaggio, rimasto miracolosamente libero vista la gran quantità di "merce" gettata dentro; chiede trapano, fix, placchetta e la corda: " Di la io ci passo!", dice. L'esploratore è subito servito e per noi rimasti fuori a fannullare, l'interesse si fa crescente. Dopo un po' di titubanza Nino scivola dentro e sparisce nel buio, dopo un po' urla:" quaggiù c'è uno stanzone enorme e c'è un meandro che parte"! A queste parole, io, Marco e Monica in men che non si dica siamo già cambiati e pronti per scendere nella grotta, io non indosso neppure l'imbrago tanto mi sembra che quel pozzettino si possa scendere senza ausigli di sicurezza supplementari ( così evito anche di lavare, come sempre, un sacco di roba). Siamo tutti giù e ci gustiamo la stanza che sarà 5 per 5, tra l'altro da sotto ci si rende meglio conto della grande quantità di immondizie e ci viene in mente che per "Puliamo il buio 2011" abbiamo trovato cosa bonificare.
Il meandro che parte è molto interessante ma un gran sasso ne blocca la via; cominciamo così i lavori di scavo. Dopo una mezzoretta Loris da fuori urla a Nino che è ora di ritornare a casa, noi invece non abbiamo nessun problema per il rientro e continuiamo i lavori di disostruzione.
Nino esce, e nel momento in cui guadagna l'ingresso, io passo, guardo avanti e la grotta sembra continuare. Chiamo Marco, Monica dietro, con noi non portiamo niente e cominciamo ad avanzare tra le curve del meandro. Dieci, venti, quaranta metri, senza più battere via neanche una punta di roccia "fastidiosa". A cinquanta una strettoia e poi la grotta cambia, il meandro si alza e ci troviamo a pancia in giù in un laminatoio basso che però continua. Monica è alla sua prima uscita dopo l'operazione al cuore e non vuole esagerare così torna indietro, io e Marco sempre avanti, solo un sasso enorme mi fa sacramentare per una bella mezzora, ma alla fine si passa. Arriviamo in una stanzetta che gira a sinistra in cui si riesce a stare comodamente seduti, la grotta però sembra continuare da un'altra parte dove però sembra ci sia del percolato che dall'aspetto sembra essere sicuramente fogna delle case sopra che non mettono molta allegria, però la grotta continua e ne siamo felici.
Torniamo indietro e siamo gioiosi della scoperta, peccato per Nino e Loris che si sono persi l'ebbrezza dell'esplorazione.


 

DOMENICA 23 GENNAIO: GROTTA IN VAL MOLTRINA "FALBALA'"
(cronaca di Giacomo)

Vogliamo finire il lavoro cominciato domenica, Nino vuole vedere il meandro, in più ha deciso di fare anche subito il rilievo così non lasciamo indietro niente. Io ci sono, c'è Loris, ovviamente Nino, Marco grande che ha voglia di venire in grotta.
Durante il viaggio Nino mi dice che sotto strada c'è anche una grottina già rilevata dal Proteo, per cui la zona dal punto di vista carsico è proprio interessante ( però questo si sapeva già), lancia l'idea di andarla a cercare e darle un occhiata, io però ho voglia di andare a scavare sul meandrino "smerdoso" e non voglio perdere altro tempo.
Dal punto di vista meteorologico le cose sono cambiate, è tornato il freddo e le temperature sono decisamente quelle di stagione.
Io e Marco entriamo per primi, Nino e Loris seguono con strumentazioni varie per effettuare il rilievo (bravi). Io faccio strada , Marco appena visto l'andazzo del meandro ha dei dubbi sul fatto di poter passare; le prime strettoie le fa a pelo faticando non poco, l'ultima prima del laminatoio finale lo fa desistere definitivamente.
Con me ho anche la macchinetta fotografica e faccio diverse foto esplorative, tanto per accontentare chi sta a casa, diverse ne scatto a Marco alle prese con il pertugio che, malgrado il mio vano tentativo di tirare via qualche puntina per fare un po' più largo, alla fine vince sul grande uomo.
Marco torna indietro, io continuo sulla strada, Nino e Loris hanno da fare un bel po', posso cominciare la disostruzione in fondo.
Sono sdraiato con la pancia a terra per affrontare il laminatoio e cosa mi vedo davanti? Ma guarda un po', dico tra me e me, quello li l'altra settimana non c'era e come può essere che un ghiacciolo scenda dal soffitto? Faccio un ragionamento veloce: in effetti l'aria che mi sbatte addosso è gelida e non può arrivare dalla grotta, sarebbe certamente più calda, come tra l'altro lo era la settimana scorsa. Penso alle parole di Nino in macchina e alla grottina rilevata dal Proteo. Vuoi vedere che le due grotte si congiungono???
Arrivo nella stanza dove la grotta si divide, il soffitto pieno di ghiaccio, rammento la settimana scorsa di aver visto anche diverse zanzare che abitualmente "parcheggiano" nei pressi degli ingressi, l'idea si fa ancora più interessante, tiro fuori dal sacco gli attrezzi da scavo e comincio a spostare sassi. Spengo anche l'illuminazione nella speranza di vedere qualche raggio di luce a indicarmi la via, niente! Ma io non desisto! Sposto massi e li sistemo dove posso creandomi così un passaggio, basso, stretto, ma si, ci passo. Spingo con i piedi a mo di bruco e con le braccia mi faccio largo, dopo tre metri , il cunicolo gira a sinistra, alzo la testa e vedo quello che sognavo di vedere: luce.
Sono contento, il pronostico è stato azzeccato, (almeno stavolta, otie) e già mi vedo la faccia di Nino quando mi vedrà dietro di lui.
Esco di corsa, do un occhiata alla grottina, mi arrampico sulla riva scoscesa e mi presento davanti a Marco che ha già guadagnato l'uscita dall'ingresso conosciuto. Ride, ed esulta con me per la scoperta fatta, tra l'altro adesso anche lui può entrare da questa parte perché con un po' di lavoro si può passare tranquillamente. Lui parte verso valle, io mi ri infilo dall'ingresso principale. Faccio tutto di corsa fino a quando sento le voci dei due rilevatori. Li chiamo camuffando la voce e Nino mi grida di fare attenzione a non cadere nel pozzo, vuole prendermi per i fondelli ma lo scherzo lo sto facendo io a loro. Continuo fino a trovarmi a tu per tu. Capiscono tutto subito e via con le risate e la gioia! Vado avanti a recuperare Marco, il rilievo ormai è finito e possiamo anche cominciare a ragionare sulla prosecuzione della grotta. Marco fa ancora un po' di fatica, il passaggio non è proprio largo, facciamo due foto sulla "congiunzione" con stretta di mano classica e poi via verso il meandrino.
Abbiamo portato con noi un telo di nylon da mettere sopra al percolato, mi infilo, la volta precedente quel passaggio mi sembrava più largo, invece è proprio stretto, non so forse è un po' anche l'idea di essere sopra ad una fogna che la voglia passa.
Ci infiliamo prima io, poi anche Nino e tutti e due abbiamo la stessa impressione: la grotta gira e sembra poi che ci sia un saltino; c'è da scavare un bel po' però prima di riuscire a passare.
Usciamo tutti per il secondo ingresso, da oggi non dobbiamo neanche più passare per le immondizie (bella grotta ciò, Scuasse, merda, no manca proprio niente) festeggiamo la congiunzione e via verso casa.


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