Gli scavi proseguono

Il Tuar si allarga

Immancabili come sempre, al nostro appuntamento del giovedì sera ci troviamo io, Jack, Monica e Nino, ore 18.30 alla Fina.

L'idea iniziale era quella di tornare in Val dei Bonati ma il richiamo del Tuar è troppo forte…dopo il gran lavoro di domenica e quei sassi chiaramente sentiti rimbombare nel vuoto… impossibile non tornare!

Siamo coscienti di essere molto vicini a scoprire cosa c'è dietro quella curva ma siccome prima c'è ancora un po' di lavoro da sbrigare, abbiamo deciso di prenderci avanti stasera, per essere sicuri che domenica godremo una volta ancora del piacere della scoperta…

Quando iniziamo a prepararci Nino si accorge di aver dimenticato l'imbraco, così mentre lui fa un salto a casa a recuperare il materiale noi ne approfittiamo per rifocillarci con panino e pasticcini.

Io e Jack ci avviamo per primi verso l'ingresso e mentre io sistemo la corda, lui posiziona la grotta con il GPS. Poi pronti e via, scendiamo veloci verso quel meandro in cui riponiamo tutte le nostre speranze…

Nino e Monica sono subito dietro e con loro stavolta anche un secchio, utile più che mai nei nostri lavori di scavo. Infatti, per circa 4 ore continuiamo ininterrottamente a scavare, allargando e portandoci un po' più vicini a quel buchetto nero. Per 4 ore, a furia di passa mano, portiamo fuori dal meandro tanto materiale che la "muretta" inizialmente fatta diventa semplicemente parte del nuovo "pavimento"…che lavoro accidenti!

A guardare il meandro ora a fatica uno potrebbe immaginare cosa c'era prima, o forse è più corretto dire cosa NON c'era…

A mezzanotte cominciamo a risalire e ben presto siamo tutti fuori, sotto un magnifico cielo stellato a brindare soddisfatti alla proficua uscita.

Ritornati alla Fina non resistiamo alla tentazione di uno spritz e tramezzino che ci concediamo in uno dei pochi bar in centro ad Asiago ancora aperti alle 2 passate di notte…