IL BUSO DELLA ROSSA PER IL RITORNO DELLA BIONDA
IN GROTTA CON DUE FIGHE
Partecipanti: Chiaretta, Elena, Jack, Marchetto, Nino
Colpo di scena, dopo la maternità non ho nemmeno dovuto allargare i cosciali dell’ imbrago!! Ma partendo dall’inizio, giovedì sera, pronti i consueti panini ci dirigiamo verso la Baita al Fungo dove dopo qualche indecisione sul luogo di ritrovo Elena ci ha raggiunti. La strada per il Buso della Rossa sembra il Kunkele (21% di pendenza), l’aggravante è che non è asfaltata e il problema è farla con la Panda di Marchetto che era già vecchia quando la usavo 7 anni fa per andare a Cesuna al dispensario farmaceutico.. Ho ritrovato gli speleo di sempre, grandi risate e immancabile la tradizione del panino con la maionese prima di entrare in grotta. Il Buso della Rossa non era ancora stato esplorato, l’ingresso è un bel pozzo circolare, ad occhio ci sta dentro bene la mia nuova cucina (beh…lo sapete che sono solo una apprendista speleologa e non istruttrice internazionale!!). La profondità si stima attorno ai 20 metri . Elena sceglie l’albero dove iniziare ad armare, e parte la prima discesa esplorativa! Prima di tutto fa pulizia di sassi pericolanti, e per continuare l’armo cerca la roccia buona ma…suona male ovunque e il buon Hilti resta nel sacco. La soluzione del deviatore permette di raggiungere il fondo del pozzo dove Elena vede subito un geotritone e una rana che diventeranno i soggetti di un set fotografico una volta sceso anche il Jack. Marchetto non ha intenzione di entrare, aveva camminato parecchio quel giorno e vuole di dedicarsi alla logistica e alla ristorazione del gruppo: ci accoglierà all’uscita con un vero tè caldo! Anche Nino resta fuori, preferisce aiutarci nel passaggio del deviatore allentando la corda. Quindi nonostante si fosse cambiato si sacrifica così posso scendere io! E’ proprio insolito vederlo occhialuto, infatti dichiara che se non potrà più mettere le lenti a contatto abbandonerà la speleologia. Quindi tocca a me e mi gusto lentamente la discesa. Sul fondo ci sono un sacco di pali di legno e filo spinato arrugginito. La prosecuzione potrebbe essere in due punti alla base del pozzo, Elena inizia a spostare sassi e filo spinato ma l’aria non si sente per niente e il fatto che la temperatura esterna sia di 12 gradi-temperatura media delle grotte della zona- non aiuta. L’esplorazione sul fondo è così finita velocemente…e restano solo le foto ricordo. Ah, a proposito del sottotitolo, ho accontentato il desiderio di Jack che voleva aumentare il numero delle visualizzazioni. E se funziona..continuiamo con questo filone!!
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Nino
patao