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MONTE LEMERLE
STORIE DI GUERRA E DI GROTTE

Attività svolta Domenica, 11 Agosto 2013

Partecipanti: Elena, Giacomino, Jack, Mus, Nino

Reduci dalla festa al Museo dell'Acqua tenuta ieri in occasione della notte di San Lorenzo (con la presentazione di due conferenze: una sulle leggende legate all'acqua e l'altra sulle stelle) il ritrovo di oggi è per le ore 09.00 al museo. C'è da smontare il tendone allestito, pulire tutto e riportare le varie attrezzature ai legittimi proprietari…insomma ne abbiamo per tutta la mattinata. E il pomeriggio che si fa…? Mentre pranziamo con la porchetta avanzata ieri sera discutiamo sul da farsi. Grotta… ma quale grotta??! Questo è il dilemma… Indecisi sulla meta per via del poco tempo, a Giacomo viene l'idea di andare a vedere i buchi individuati da Loris sul Monte Lemerle qualche settimana fa. Ottima idea!! Ci siamo io, Giacomo, Nino e naturalmente Loris con Giacomo junior che in questo weekend è stato proprio dei nostri! Dopo aver percorso una strada bianca, a tratti piuttosto stretta e tortuosa, arriviamo nel mezzo di questo bellissimo bosco, un tempo luogo di cruente battaglie di cui ancora oggi se ne ritrovano segni e resti. Il primo buco da vedere è a pochi passi da dove abbiamo lasciato la macchina e si trova sul fondo di una piccola dolina. Si vede una fessura fra dei massi incastrati, lanciamo un sasso e dai colpi che sentiamo battere capiamo subito che sotto i nostri piedi c'è un pozzo e per scendere non serve nemmeno allargare…. Ma visto che Nino deve andare a lavorare e ha ancora poco tempo a disposizione decidiamo di andare a visionare subito anche l'altro buco. Proseguiamo a piedi lungo il sentiero, buttando l'occhio qua e là alla ricerca di qualcos'altro di interessante. In pochi minuti arriviamo all'altro punto. Si tratta di una piccola fessura nel terreno da cui si sente uscire aria alla temperatura di circa 10 gradi (da quando abbiamo "scoperto" il misuratore laser di Giacomo è diventato nostro compagno fedele di esplorazione). I due Giacomi si attivano subito per togliere qualche sasso ed allargare un po'. L'aria c'è e la fessura è potenzialmente interessante, ma poiché Nino deve proprio andare, preferiamo accompagnarlo alla macchina e concentrarci sul primo buco. Salutato Nino iniziamo a preparare il nostro materiale. Mentre Loris attrezza in esterno io e Giacomo ci vestiamo come di consueto, pronti per una nuova avventura. Spostato qualche ramo, Giacomo entra per primo mentre io scatto qualche foto per immortalare il momento. Appena dentro ci conferma di trovarsi sul ciglio di una verticale, così gli passiamo il materiale d'armo che usa per frazionare poco sotto e poi scendere fino al fondo da dove mi grida il libera. Munita di telecamera mi calo anch'io nel pozzo profondo una decina di metri circa. Una bellissima colata bianca scende su un lato fino a sparire sotto lo scivolo di frana che costituisce il pavimento. A circa un metro da terra, di fronte a noi, una finestra, che illuminata con il mastrel rivela una stanza, forse un meandro. Ma la fessura è troppo stretta per riuscire a passare e non abbiamo con noi il materiale da scavo, accidenti…! Rimane da guardare alla base della frana, nascosta alla nostra vista da una lama di roccia incastrata di traverso tra le 2 pareti . Mi infilo per prima e nel guardarmi attorno per trovare il posto giusto dove posare i piedi intravedo in mezzo ai sassi una lama…tiro un po' e… ecco uscirne una baionetta italiana in ottimo stato di conservazione! Per ragioni che solo a noi sono date sapere il ritrovamento ci sembra un chiaro segno del destino... Ma ritorniamo alla grotta: c'è parecchio materiale e spostarlo è alquanto improponibile. Visto l'instabilità della frana muoviamo giusto qualche sasso, ci sembra di percepire dell'aria… ma è tutto piuttosto confuso. Dopo un'ultima occhiata attorno usciamo, ansiosi di raccontare a Loris e Giacomino quanto visto e sfoggiare il nostro cimelio bellico. E' deciso: la settimana prossima si ritorna per un sopralluogo più approfondito. Sono "solo" le cinque del pomeriggio quando siamo di ritorno alla Fina e siamo già d'accordo con gli altri per una cena in compagnia al Patronato. Loris e Giacomino ci salutano perché devono tornare a casa, mentre io e Giacomo decidiamo di sfruttare questo paio d'ore per una battuta in zona Bocchetta Galgi, zona che da un po' di tempo teniamo d'occhio… Attrezzati di illuminatore e termometro laser ci infiliamo nel sottobosco e cominciamo a girovagare spostandoci verso sud. Qui, dietro ogni masso sembra nascondersi un buco e qualche punto sembra proprio promettente. Avanziamo spostando sassi qui e là, misurando la temperatura, cercando buio da illuminare che però non troviamo… Intercettato un sentiero lo seguiamo per sbucare nel campo poco sotto dove osserviamo numerose doline, mah… Ritorniamo alla macchina percorrendo il limite inferiore del bosco, un po' sconsolati dalla nostra ricerca infruttuosa, quando ecco che individuiamo un buco, l'ingresso di un meandro dentro il quale qualcuno ha avuto la brillante idea di buttare un po' di rifiuti! Ci mettiamo davanti e sentiamo chiaramente l'aria in faccia, temperatura circa 10°… Non c'è il tempo per "indagare" oltre, ma tanto ci basta per concludere questo speleo-pomeriggio all'insegna della Scoperta...


Scritto da

Elena

Elena Socio G.S.S. dal 2007

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Commenti (1)

  • patao

    patao

    13 Agosto 2013 at 21:14 |
    Si proprio una domenica molto interessante sotto ogni punto di vista. Non vedo l'ora di infilare la testa dentro in cunicolo in Bocchetta, sembra essere nel posto giusto, direi perfettamente nel posto giusto! Speriamo poi che la fortuna continui ad essere dalla nostra parte!!!

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