Gli speleo del G.S.S.

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Novembre 2011
Riassunto di tutta l'attività svolta nel novembre del 2011

Attività svolta Martedì, 01 Novembre 2011

PONTE DEI MORTI RADUNO

Quest'anno il raduno è a Negrar, praticamente a Verona, il nostro gruppo questa volta scende in massa alla festa culturale degli speleo, siamo talmente tanti che oltre a montare la mega tenda di bepi da 8 posti montiamo altre due ferrino da 2.
Ci sono io, Corrado, Marchetto, Loris, Nino, Chiara, Fronzaglia, Sandra, Sandro, Sandro, suo figlio, Marco Panda, Marcone, Monica, Chiara, Walli,


 

DOMENICA 6 NOVEMBRE "BUSO SUL MONTE CORNO"

C'è un tempaccio da far venir voglia solo di stare al calduccio dentro casa, invece noi temerari: Nino, Chiara, Monica, Jak, pensiamo bene di andare lo stesso a farci una mattinata di scavi al Monte Corno.
Prendiamo con noi un bel telone ad anelli e una volta tirato per bene sopra l'ingresso della grotta ci mettiamo a scavare.
Robe da mati, pioviggina e c'è una nebbia che ti entra nella pelle che è una figata.
Il lavoro non manca e per tutta la mattina facciamo passa mano di materiale da far uscire dalla grotta. E' sempre più larga, ma davanti è sempre più stretta, in più tutto sembra instabile e allora ritorniamo spesso sui nostri passi per eliminare quello che ci sembra possa essere pericoloso.
A mezzogiorno siamo ghiacciati per bene, in particolar modo la Chiaretta che patisce il freddo più di tutti e così scappiamo a casa.


 

DOMENICA 13 NOVEMBRE "HORNERLOCH"

Nino ha fatto delle ricerche, il nome in cimbro di questa grotta sarà Hornloch che vuol dire buso del Corno, direi che è proprio un bel nome di battesimo.
Suo fratello Franco, tempo fa, ci ha fatto notare che ultimamente i nomi delle nuove grotte vengono dati un po' a casaccio senza rispettare nessuna regola e in effetti se un giorno si decidesse di inserire quei nomi in una cartina geografica avremmo delle grotte con dei nomi veramente assurdi e con nessun collegamento con il territorio. Ricordandoci di questa sua più che giusta osservazione, cerchiamo di essere un po' più attenti alla scelta dei nomi.
Siamo di nuovo in questa stretta grotta che non si sa dove porti, si sa solo che bisogna lavorarci parecchio e noi da bravi masochisti anche oggi siamo venuti qua a farci del male. Lo scavo va avanti e chi si ferma è perduto


 

DOMENICA 20 NOVEMBRE "HORNERLOCH E BUSO IN POZZA"

Oggi io non ci sono, c'è Nino, Chiara e Davide che alla mattina vanno avanti con gli scavi al Buso sul monte Corno, superano ed eliminano completamente la frana e si fermano poi su un meandrino stretto con discreta aria.
Al pomeriggio si aggiungono al gruppo anche Sandro e Marcone ed insieme vanno a scendere il nuovo pozzo che si è aperto da poco in contrada Pozza.
Le recenti pioggie hanno lavato via la terra che ostruiva il passaggio e adesso ci si riesce ad infilare, è Chiara che si occupa di piantare un fix e priva ascendere per circa tre metri, poi il pozzo continua per ancora una decina di metri ma si fa troppo stretto e non si riesce a passare.
Desistiamo e abbandoniamo l'esplorazione.


 

DOMENICA 27 NOVEMBRE "BERTIAGALOCH"
Preparata la roba dal Giacomo, partiamo in Panda il Jack , Marchetto ed io.Panini, caffè alla Fina e su al Bertiaga.Con la strada nuova arriviamo a 50 metri dal buco. BELLO!Ci cambiamo. Entra il Marchetto con un sacco di corda, Giacomo con il trapano e io con la roba da armo......e giù fino al sasso pericolante.Discutiamo sul da farsi e decidiamo di demolirlo.Basta una botta e il sasso è praticamente sparito.Un po' di pulizia dei sassi rimasti , riarmo e scendo.Guardo la frana da sotto fa impressione.Arrivo sul fondo del pozzo e la prosecuzione si è completamente ostruita dai sassi caduti dall'alto.Disostruiamo, spacchiamo uno spuntone di roccia  per rendere più agevole il passaggio. Pianto due fix e sono sul fondo.Il pozzo sarà di 10 - 12 metri, guardo la fessura ed è una mezza delusione.E' strettissima. Fine della grotta?Risaliamo e andiamo a vedere una spaccatura in alto.Forziamo due punti stretti. Entriamo...il Giacomo dice che là prosegue e c'è un pozzo . Il pozzo si rivelerà di 6 - 7 metri e poi altra fessura stretta.C'è un po' d'aria ma bisogna capire da dove arriva.Risaliamo e alle cinque siamo fuori..


DOMENICA 4 DICEMBRE "GIASARA" (cronaca di Nino)
Ci troviamo come al solito a casa di Giacomo che di fatto è diventata il magazzino del GSS. Siamo in sei, Monica, Chiara, Marchetto, Loris, Jek ed io. Panini dalle fornarete, caffè dalla Vittoria e via verso contrada Pologni. Entriamo in grotta alle 10,30,Loris e Marchetto vanno avanti, io Jek e le ragazze a seguire. Arrivati all'attacco del 50 percepiamo l'odore del carburo e ne deduciamo che Davide, l'ultimo estimatore dell'acetilene , ci sta precedendo sulla via del fondo. Raggiungiamo i 3 compari a-220 dove la strettoia su pozzo ci aveva fermati nel luglio precedente. Loris sta già forando e in mezz'ora il passaggio viene allargato quanto basta. Non si tratta di un pozzo vero e proprio e ci accorgiamo di essere rientrati nella grande spaccatura incontrata a -150. È una frattura larga da 1 a 2 metri che scende per alcuni metri di dislivello e va a nord con la parte terminale intasata da una frana che risalgo. Mi ritrovo in una zona caotica occupata da grossi massi e fango che però non sembra avere sbocchi percorribili. Subito prima della frana , guardando a sinistra, un basso e stretto meandrino dà su di un saltino di 3 o 4 metri. I sassi passano ma sia il meandro che il pozzetto sono strettissimi e intasati da grossi massi. Ci accorgiamo comunque che acqua e aria si infilano da quella parte. E' l'una e un quarto e Davide ci abbandona per andare al corso fidanzati che inizia alle 3 del pomeriggio, l'anno prossimo si sposa. Il lavoro di disostruzione si presenta lungo e complicato in quanto lo spazio di manovra nel meandro è ridottissimo. Alle 16 se ne vanno anche Loris Chiara e Marchetto,io Jek e Monica rimaniamo a scavare ancora un pò. Ed è quando meno te lo aspetti che le cose prendono una piega diversa: con due mosse indovinate disintegriamo i due enormi massi che ci sbarrano la strada e che, fortunatamente, non intasano lo stretto pozzetto ma cadono rumorosamente nel vuoto sottostante. Jek si infila nel passaggio appena aperto ed io e Monica lo seguiamo a ruota. Scendiamo in libera due o tre metri sotto l'acqua e ci ritroviamo in un'ampia zona labirintica costituita da una frana con vari approfondimenti . Rimanendo alto, da un lato vedo nero, mi infilo seguito dagli altri e dopo un po' di passaggi nella frana siamo tutti e tre in un'ampia sala. Qui tutto e ricoperto da concrezioni ed i grossi massi in precario equilibrio che formano il pavimento sono anch'essi tutti concrezionati tanto da sembrare dei grossi cervelli. Sotto di noi in mezzo e ai lati della frana, la grotta sprofonda ovunque e ci mettiamo a cercare il passaggio buono. Lo trova Giacomo, sembra quasi una scala a chiocciola ed in breve siamo sul nuovo fondo. Siccome per giungere sino a qui abbiamo fatto un percorso un po' contorto ci colgono alcuni dubbi: ce la faremo a ritrovare la via del ritorno in mezzo al caos appena percorso? Nel dubbio decidiamo di lasciare Monica in alto nella sala per avere cosi un punto di riferimento e cerchiamo la via tra i massi del fondo. Giacomo ritrova l'attivo con un bel meandro che parte di fronte a noi che già dopo pochi metri si sdoppia. In alto la via fossile che dopo una saletta molto concrezionata diventa un basso laminatoio nel fango secco e prosegue nero fino a dove arriva la luce dei superled. Noi prendiamo l'attivo che prosegue in basso. Meandro bello largo che serpeggia tra saltini e laghetti fantastici. Euforici, avanziamo facendo qualche foto, ancora increduli su quanto andiamo scoprendo. La grotta in questa zona è stupenda, sembra di essere agli Abri sassi nella parte che va verso il fondo. Il meandro sembra avere una pendenza costante, gira prima a destra e poi fa un tornante a sinistra. Si sale e si scende a seconda della morfologia dei passaggi. Atterriamo vicino ad un laghetto e poi ci riportiamo in quota di alcuni metri ed avanziamo. Qui il meandro si fa un po' fangoso. Avremo percorso un'ottantina di metri e abbiamo lasciato indietro Monica da almeno un quarto d'ora. Decidiamo che per oggi può bastare, la grotta và e a occhio saremo a -270, -280. Torniamo sui nostri passi facendo qualche foto per documentare quanto abbiamo visto. Che la grotta proseguisse così alla grande era auspicato ma non di certo scontato e chissà ancora quali sorprese ci riserverà nel prossimo futuro. Le nostre teorie e speranze sui sistemi sotterranei della val Ceccona si vanno pian piano confermando. Il sogno sta diventando realtà e sicuramente siamo solo all'inizio di una bella storia. Raggiungiamo Monica cantando e la troviamo alquanto infreddolita e preoccupata. Ci dice che non sapeva se seguirci oppure uscire a chiamare i soccorsi in quanto da una buona mezz'ora non sentiva più alcun segno di vita. Partiamo e con qualche difficoltà ritroviamo la via che ci riporta alla faglia. Raccogliamo l'orologio di Giacomo che avevamo lasciato per rilevare la temperatura(+ 9° cent.). Perdiamo ancora dieci minuti per allargare una strettoia a -230 e poi via verso l'uscita. La risalita sarà per me una piccola odissea a causa di due piccoli incidenti comunque poi risolti per il meglio. Siamo fuori alle 8.00. Arrivati alle auto troviamo molte chiamate di chi è uscito prima di noi e diamo subito a tutti la buona notizia:La Giasara continua a farci sognare.


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