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Ritorno a Malga Peca
La grotta ritrovata

Attività svolta Domenica, 10 Novembre 2013

Partecipanti: Davide, Elena, Marcone, Mus, Nino

Dopo una “pausa” esplorativa trascorsa a dirigere il 26° corso di introduzione alla speleologia del Geo CAI Bassano (conclusasi con il Raduno di Speleologia svoltosi lo scorso weekend a Casola Valsenio) eccomi di nuovo all’arembaggio per lanciarmi in nuova avventura con i miei amici speleo dell’altopiano. Questa mattina abbiamo addirittura un appuntamento con un vecchio amico del gruppo per farci portare all’ingresso di una grotta in località Malga Peca. Infatti da un po’ di tempo il Nino sta effettuando in zona delle ricerche per ritrovare questa grotta vista una sola volta nei lontani anni ’80, senza però ottenere alcun risultato. Luca è puntuale e al nostro arrivo lo troviamo pronto ad aspettarci. Dopo esserci cambiati e preparati Luca ci accompagna a colpo sicuro sul posto. Un ingresso di notevoli dimensioni si apre davanti a noi. Si tratta di una dolina di crollo sul cui fondo è ben evidente l’accesso alla grotta. Attacchiamo a un bell’abete la corda e uno alla volta ci caliamo sul fondo della dolina. Proprio dove atterriamo con la corda si apre una galleria militare che Loris, Marcone e Nino si lanciano a vedere, mentre io e Davide puntiamo diretti al nostro obiettivo. Bisogna fare attenzione nel muoversi. Infatti stiamo camminando su uno scivolo di frana ricoperto da un spesso strato di fogliame che rende difficile capire dove stiamo mettendo i nostri piedi…Lo scivolo ci porta direttamente alla base di una grande finestra che da su un grande pozzo con una bella volta e dell’acqua che scende lungo la parete opposta al lato dove ci troviamo noi…davvero maestoso. Nel frattempo che ci guardiamo intorno stupiti ci raggiungono anche gli altri che alla vista del pozzo rimangono sbigottiti quanto noi. Cerchiamo di valutare il da farsi sull’armo, le pareti intorno a noi non sembrano granché e c’è un po’ di pulizia da fare…Nino si lancia all’avanscoperta sul lato destro e inizia ad armare un traverso lungo la cengia, ma dopo il primo fix sembra difficile proseguire visto il suono che fa il martello sulle pareti attorno…abbandoniamo questa strada per tentare la via sulla parete sinistra. Stavolta va avanti Loris che individua subito i punti buoni per l’armo, pianta 2 fix e fatto un po’ di disaggio eccolo scendere lungo la verticale profonda circa 10m. Uno dopo l’altro scendiamo tutti. Nel mentre Loris si infila in un meandro constatando che chiude e inizia a scavare in un altro punto del pavimento che sembra più promettente. Finché gli altri scavano io faccio un giro di ispezione dell’area alla ricerca di forme di vita che individuo in una minuscola vaschetta d’acqua formatasi in un interstrato…inutile dire che anche questi esserini sono davvero molto piccoli e alquanto difficili da inquadrare con l’obiettivo della mia telecamera ahimè…in compenso ho documentato il resto sperando di ricavarne qualcosa di buono…con un rapido lavoro di scavo Loris, seguito da Marcone e Davide, aprono un pertugio che dà in una piccola sala di frana dalla quale sembra provenire l’aria…si prova a smuovere del materiale qui e là ma come sempre succede quando si è in mezzo ad una frana diventa piuttosto complicato “seguire” l’aria che si disperde tra i massi…e quanti massi!!! Nino, acceso il suo sigaro, che già prima aveva indicato questa strada, sonda più punti, ma invano… Marcone e Loris, avendo il coprifuoco dell’una escono, mentre io, Nino e Davide rimaniamo per verificare un’altra finestra poco distante dal punto di scavo. E’ Nino ad occuparsi nella piccola opera di scavo che rivela la presenza di una stanza senza però sbocco alcuno…A questo punto decidiamo di uscire anche noi, un po’ infreddoliti e umidi per lo stillicidio da cui li sotto è difficile trovar riparo. Sicuramente valeva la pena rivedere questa grotta che probabilmente cela una prosecuzione che noi non siamo ancora riusciti a a vedere. Chissà…magari tra un po’ di tempo ritenteremo. Per ora tanto ci basta e decidiamo di dedicarci ad altro. Tornati alle macchine anche Davide riprende la via di casa, mentre io e Nino non desistiamo e nonostante la pioggerellina decidiamo di andare a dare un occhio a un altro buco che si trova sul lato apposto a quello appena “frequentato”. Si tratta di un’altra dolina di discrete dimensioni all’interno della quale si trovano un altro paio di ripari militari. Scendiamo a piedi sul fondo dove un’altra apertura sembra interessante. Al suo interno ancora una volta uno scivolo di frana e pareti di roccia alquanto friabile. Setacciamo la sala ma di aria neanche l’ombra…ce ne usciamo, scattiamo una foto ricordo e via verso il furgone dove ci cambiamo e ci rifocilliamo prima di riprendere la via di casa.


Scritto da

Elena

Elena Socio G.S.S. dal 2007

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