TUARLOCH, SI SCENDE ANCORA
Partecipanti: Elena, Jack, Nino
Proprio così, il Tuar sembra non fermarsi più, e molto probabilmente riusciremo a superare quota -80 nel nuovo ramo scoperto poche settimane fa.
Oggi si festeggia anche il centenario della prima guerra mondiale e questa notte, alle 3.55 dal forte del monte Verena e’ stato sparato un colpo di cannone per dare il via alle celebrazioni.
Siamo i soliti tre, questa domenica! Ha piovuto a dirotto per parecchi giorni. Incuranti dell’acqua, organizziamo la spedizione, certi di riuscire a trovare la prosecuzione della grotta. La volta scorsa, infatti, siamo riusciti a scendere tre nuovi pozzetti senza grosse difficoltà, fermandoci alla fine davanti ad una gande frana che ha completamente ostruito il meandro attivo, impedendo così la nostra esplorazione.
Scendiamo velocemente e, di buona lena, cominciamo la disostruzione nel punto in cui sembra infilarsi il nostro bel meandro. Dopo un bel po’ di lavoro, ci rendiamo conto che in realtà il meandro fa un'altra strada e fatti due conti decidiamo di spostare completamente la frana liberando così il passaggio un paio di metri più sotto di noi.
Sfruttiamo tutta la nostra conoscenza sula potenza delle leve e anche i massi più imponenti, vengono spostati ad uno ad uno.
Lo stillicidio che scende dal camino sovrastante, è molto fastidioso e in mezzo alla frana, molto compatta, troviamo anche del “lomp” (paltan) in abbondanza.
Lavoriamo per parecchie ore e alla fine riusciamo a scorgere il meandro sotto di noi e, una volta liberato (quasi) da ogni sasso, Elena riesce ad infilarsi e scenderlo per dare un occhiata.
Il meandro dopo solo un metro, stringe, scendo allora io che posso sfruttare quella botta di energia positiva che mi ritrovo verso le 4 del pomeriggio e in poco tempo riesco ad allargare il passaggio e andare oltre. Faccio solo un paio di metri e un'altra strettoia ci ferma. Riesco comunque ad infilare la testa e scorgere che subito dopo c’è un'altra curva (tipico dei meandri del tuar). Per sondare l’invisibile, tiro un urlo e dall’eco mi sembra di capire che dietro alla curva c’è qualche cosa di grande!
Oggi però, ci fermiamo! Siamo sfiniti visto che lo sforzo per spostare la frana è stato enorme, inzuppati e impaltanati come poche volte, prendiamo la via del ritorno! Triboliamo non poco nella risalita, riempiendo le corde del famigerato “lomp” e quando vediamo la luce del sole, ci sembra di aver risalito una grotta di 500 metri (sarà anche vecchiaia???).
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