Busa del Molton - Agosto-settembre 1978

Busa del Molton - Agosto-settembre 1978

Loch 1978 - Organo Interno del G.S.S. - Anno II n. 1

Il gruppo speleologico Settecomuni ha operato, nel periodo agosto – settembre 1978 in una zona chiamata Busa del Molton esplorando (o sarebbe meglio dire rivisitando, visto che la maggior parte risultano catastate) e rilevando circa 20 cavità. Molti si chiederanno perché il nostro gruppo abbia "perso" due mesi in ricerche ed esplorazioni in una zona operativa di un altro gruppo (il G.S. CAI Schio) e da questo già setacciata e sfruttata a lungo.

I motivi sono vari: innanzitutto c'è da dire che la Busa del Molton è un posto molto bello non soltanto dal punto di vista speleologico ma offre anche molto dal lato paesaggistico e faunistico (non è raro tra uno spostamento e l'altro alzare qualche urogallo). Il rifugio piccolo e accogliente è l'ideale per il pernottamento di 3-4 persone purché siano di quelle che vanno in montagna con lo spirito di andare in montagna e non ad un pic-nic con tutte le comodità.

C'è poi da dire che molti di noi, anche i più volonterosi erano ormai stanchi dopo un'intera estate di battute quasi sempre, (per non dire sempre) senza esito; stanchi di camminare e stanchi di non scendere più in una grotta degna di questo nome. La presenza di un numero così elevato di cavità, anche morfologicamente diverse tra loro offriva la possibilità anche ai nuovi soci usciti dal corso 1978 di acquisire un a valida esperienza sia dal punto di vista della tecnica di esplorazione che di rilievo permettendo anche la visita di più cavità nell'arco della stessa uscita. Fu così che dopo una riunione a volte anche molto accesa, viste le prospettive piuttosto allettanti, decidemmo di lavorare alla Busa del Molton.

Ora, dopo due mesi di strada impossibile e le numerose gomme forate (si era nel periodo di guerra tra cacciatori locali e foranei e i chiodi si spargevano a quintali) pensiamo che nonostante tutto ne sia valsa la pena.

Itinerario e descrizione

Per raggiungere tale località si segue la strada che da Camporovere sale alle Vezzene per poi scendere verso Trento. Qualche kilometro dopo l'osteria "Tagliata" si può notare sulla destra una strada sterrata salire rapida verso Val Galmarara. Si segue questa strada fino all'altezza del bivio di Malga Galmarara e si prosegue sulla sinistra in direzione del monte Dubiello; dopo due kilometri, in prossimità di un'ampia curva a U si incontra sul lato destro della strada un piccolo rifugio chiamato Del Pastore. E' attorno a questo baito in un raggio di qualche 200 m. che si aprono le venti cavità della Busa del Molton.

La busa del "Molton" (in italiano montone) sta ad indicare nella toponomastica dei pastori, quel luogo in cui a primavera si radunavano tutte le greggia che pascolavano sui monti dell'Altopiano per la tosa della lana. E' questo un avvallamento situato sul lato orientale di quel lungo crinale formato dai monti Dubiello Zoviello, Arsenale, Colombarone, Cima dei Motti e Corno di Campo Verde e compreso tra le valli di Portule e di Galmarara. Tale avvallamento ricorda vagamente un anfiteatro greco dal lato aperto esposto a mezzogiorno. Il paesaggio carsico superficiale offre una notevole varietà di forme; i campi solcati coperti qua e la di pini mughi occupano la quasi totalità del terreno e raggiungono talvolta anche i 2-3 metri di profondità: la stessa busa del molton altro non è che un avvallamento carsico. I detriti presenti sul fronte sud sono molto probabilmente di origine morenica. Sarebbe interessante appurare se la notevole quantità di ghiaccio presente nel B.M. 8 (superiore per volume e bellezza a quello contenuto nell'ormai famosa voragine del Sciason o voragine M. Loubens) sia di origine glaciale.

Veramente numerose sono le forme di carsismo di profondità; i pozzi posti nel raggio di 150 metri sono circa 10 mentre altre 3 cavità sono state esplorate a circa 1 km. dal rifugio. Tutti questi antri presentano andamento prevalentemente verticale raggiungendo anche discrete profondità: B.M. 5 m. 96, B.M. 8 m. 62, B.M. 17 m. 70.

Tutte, comprese le più lontane, si sono formate in diaclasi orientate esattamente a nord e il primo pozzo nelle cavità maggiori misura 18-20 metri.

Scoperta di un abisso e altre storie

Eravamo ai primi di agosto e con i sacchi stavamo risalendo le pendici del Zingarella per armare l'abisso primo. Circa 4 anni prima, durante un giro in montagna avevamo individuato una cavità a prima vista eccezionale. Il primo pozzo superava certamente i 100 metri; prendemmo nota della posizione e ci riproponemmo, essendo ormai in autunno di esplorarla l'anno successivo anche perché al momento non disponevamo di attrezzatura sufficiente per una esplorazione del genere. Questo abisso restava comunque l'obiettivo principale del gruppo per l'anno seguente e già sognavamo una nuova Pierre S. Martin. Grande fu perciò la delusione quando, l'anno successivo, leggemmo su un quotidiano che il GS CAI Schio aveva effettuato una brillante esplorazione nell'abisso I° del monte Zingarella raggiungendo al termine di un unico pozzo elicoidale i 173 metri. E non era detto fosse impossibile scendere oltre.

Era naturalmente il "nostro" buco ora, dopo 4 anni, con più esperienza e più attrezzatura volevamo prenderci una rivincita con questa cavità.

Stavamo risalendo appunto il monte verso il maledetto abisso quando incontrammo Tiberio, un malghese di Galmararetta. Parlammo del più e del meno e così ci disse che pascolando da Zingarella a Galmarara e Galmararetta , e su su fino al Dubiello, buchi ne aveva visti tanti e ce li avrebbe indicati volentieri. Lo salutammo e continuammo la salita. Avevamo così trovato una preziosa fonte di informazioni; i malghesi e i pastori infatti, conoscono palmo a palmo non soltanto i pascoli ma anche i sentieri e gli spiazzi nel folto in quanto spesso sono costretti a girare anche per delle ore alla ricerca di qualche bestia dispera.

Dopo 15 giorni Loris e Maurizio incontrarono nuovamente Tiberio che, cordiale come al solito raccontò di aver individuato una cavità piuttosto profonda 5-600 metri a nord del rifugio Busa del Molton. Per raggiungerla si devono seguire tratti di sentiero e macchia tra abeti e mughi in cui è difficile orientarsi. Si è perciò ricordato della favola di Pollicino soltanto che al posto delle briciole ha lasciato dei rametti spezzati (forse Pollicino non c'entra ma c'entra l'esperienza del buon montanaro).

Ai nostri amici non parve vero e si incamminarono di buon passo verso il luogo loro indicato dal malghese. Giunti al rifugio si accorgono che da esso si dipartono numerosi sentieri per cui sorge il problema di individuare quello giusto. Ne prendono uno a testa e qui incominciano le sorprese. Intorno al rifugio nel raggio di 10 metri vi sono 2 cavità: una formata da una scarpata di 10-12 metri, l'altra da un pozzo di 7-8 metri sul cui fondo una fessura lascia ben sperare.

Camminano verso est per altri 20 metri ed eccone un altro; lasciano cadere una pietra all'interno e calcolano sia di una ventina di metri. La zona sembra davvero eccezionale con forme anche notevoli di carsismo di superficie. I campi solcati affiorano ovunque e tra i pini mughi bisogna fare attenzione a dove si cammina se non si vuol finire in qualche solco seminascosto dalla vegetazione. Riprendono la ricerca presi da una strana euforia. Pochi metri ed ecco che Maurizio scorge un nuovo pozzo; un altro sasso viene fatto cadere nel nero occhio e si sente battere una ventina di metri più in basso. Intanto Loris ha scorto a pochi metri fra due sassi qualcosa che assomiglia ad una fessura.

Subito incomincia a scavare e anche Maurizio lo raggiunge. In 10 minuti fanno un po' di largo e scorgono sotto di loro una strettoia che sarà difficile da superare. Lasciano cadere il solito sasso; batte sui soliti 20 metri però stavolta non si ferma: rimbalza, rimbalza ancora. In certi casi non si può dire quanto vuoto ci sia sotto e non si riesce a capire se il rumore che si sente sia quello del sasso caduto dall'imboccatura o di altri che questo trascina nella sua caduta. Comunque in questo caso i pareri sono concordi: il pozzo non dovrebbe essere inferiore agli 80-90 metri. Si guardano in faccia soddisfatti; in mezz'ora hanno trovato ben 5 cavità di cui una notevole e chissà, non celi l'abisso. Non si sono allontanati dal rifugio più di 50 metri. A questo punto ricordano che devono ancora trovare la pista segnata da Tiberio. Si spostano un po' a nord e in pochi minuti scorgono la prima "dasa". Imboccano il sentiero ma seguire la pista è tutt'altro che facile in quanto cambia continuamente direzione e si snoda talvolta anche nel folto del bosco. Dopo quasi un'ora di giri a vuoto raggiungono l'ingresso della cavità.

Questa è di forma circolare e misurerà si e no 4 metri di diametro. Si guardano attorno ma non vedono alcuna pietra in quanto il terreno è completamente cambiato: non più pietraie e campi solcati, pochi anche i pini mughi. Vi sono invece abeti, larici, erba e muschi. Trovano infine una pietra ma peserà almeno 30 chili: la sollevano e la trasportano sull'orlo del baratro. Prendono le misure e giù, il masso batte su un pianerottolo e trasporta con se una vera valanga di sassi e pietrisco. Il salto non sembra però male, saranno 50 metri.

Intanto si è fatto tardi e le prime ombre della sera stanno salendo per le valli sottostanti: imboccano così la via del ritorno. Mentre camminano verso il rifugio tirano le somme della giornata: 6 cavità così no9n si trovano tutti i giorni e la soddisfazione aumenta se si considera che nelle tre settimane precedenti le battute nella zona sud di Asiago si erano rivelate infruttuose e che ormai da un mese non si va più in grotta. Salendo in macchina si guardano intorno: la busa del molton si allarga intorno; non ne hanno battuta che una piccola parte e chissà, si dicono, quanti altri antri questo pezzo di terra forse celerà in se stesso.

Le cavità
(BM sta per Busa del Molton)

BM 1
Lat. 45° 56' 39'' – Long. 0° 58' 03'' 2 - Quota 1745 - Svil. 30 - Disl. -11
Si trova a pochi metri dal rifugio in direzione N-NE.
Il fondo si raggiunge attraverso una breve scarpata; si sviluppa su due fratture ortogonali in direzione N-S, E-O.

BM 2
Lat. 45° 56' 39'' 2 – Long. 0° 58' 03'' 3 - Quota 1745 - Svil. 40 - Disl. -35
Cavità che apparentemente non sembra superare i 6-7 metri di profondità (I° pozzo). Sul lato est si possono invece raggiungere attraverso una fessura i due pozzi successivi.

BM 3
Lat. 45° 56' 38'' 8 – Long. 0° 58' 02'' 2 - Quota 1747 - Svil. 31 - Disl. -15
Un unico pozzo sulla cui parete nord si apre una fessura percorribile soltanto per pochi metri.

BM 4
Lat. 45° 56' 40'' 3 – Long. =° 58' 01'' - Quota 1747 - Svil. 22 - Disl. -18
L'ingresso è formato da due aperture di cui una non accessibile.

BM 5
Lat. 45° 56' 40'' 5 - Long. 0° 58' 00'' 6 - Quota 1746  Svil. 151 - Disl. -96

Questa voragine, trovata quasi per caso, ha richiesto la forzatura dell'ingresso. Il primo pozzo strettissimo, è profondo circa 20 metri e sbocca sul fondo di un 2° pozzo parallelo. La 2^ parte della grotta è formata praticamente da 3 fusoidi in associazione basale, il 3° dei quali misura una verticale di 80 metri sul fondo di questo pozzo; ai piedi di un corridoio in scarpata vi è una fessura bloccata parzialmente da una frana dalla quale si dovrebbe accedere ad uno stretto corridoio sottostante. Speriamo che in ulteriori spedizioni sia possibile trarre ancora qualche soddisfazione da questa bella grotta.

BM 6
Lat. 45° 56' 39'' 9 – Long. 0° 58' 00'' 3 - Quota 1746 - Svil. 13 - Disl. -10

BM 7
Lat. 45° 56' 42'' 3 – Long. 0° 58' 05'' 5 - Quota 1749 - Svil. 8 - Disl. -4

BM 8
Lat. 45° 46' 38'' - Long. 0° 58' 04'' 4 - Quota 1744 - Svil. 167 - Disl. -45

BM 9

Lat. 45° 56' 37'' 6 – Long. 0° 58' 03'' 6 - Quota 1742 - Svil. 9 - Disl. -3

BM 10
Lat. 45° 56' 36'' 7 – Long. 0° 58' 03'' 3 - Quota 1735 - Svil. 12 - Disl. -4

BM 11
Lat. 45° 56' 36'' 3 – Long. 0° 58' 03'' - Quota 1735 - Svil. 69 - Disl. -25

BM 12
Lat. 45° 56' 37'' – Long. 0° 58' 03'' 8 - Quota 1738 - Svil. 8 - Disl. -3

BM 13
Lat. 45° 56' 41'' 7 – Long. 0° 58' 03'' 3 - Quota 1748 - Svil. 70 - Disl. -33

BM 14
Lat. 45° 56' 34'' 5 – Long. 0° 57' 56'' 3 - Quota 1733 - Svil. 13 - Disl. -4

BM 15
Lat. 45° 56' 34'' 2 – Long. 0° 57' 56'' 2 - Quota 1733 - Svil. 5 - Disl. -4

BM 16
Lat. 45° 56' 56'' - Long. 0° 57' 53'' - Quota 1740 - Svil. 76 - Disl. -65

BM 17
Lat. 45° 56' 59'' - Long. 0° 57' 55'' - Quota 1736 - Svil. 88 - disl. -37

BM 18

Lat. 45° 56' 37'' 6 – Long. 0° 57' 59'' 9 -Quota 1750 -Svil. 16 - Disl. -14

BM 19
Lat. 45° 56' 37'' 2 – Long. 0° 57' 59'' 2 - Quota 1750 - Svil. 7 - Disl. -6

BM 20
Lat. 45° 56' 36'' 8 – Long. 0° 58' 00'' 6 - Quota 1748 - Svil. 6 - Disl. -5

BM 21
Lat. 45° 56' 36'' 7 – Long. 0° 58' 00'' 2 - Quota 1748 - Svil. 6 - Disl. -5

BM 22
Lat. 45° 56' 49'' – Long. 0° 57' 50'' - Quota 1710 - Svil. 12 - Disl. -10