Speleofoto

Loch 1978 - Organo Interno del G.S.S. - Anno II n. 1

Si dice che la nostra civiltà sia la civiltà dell'immagine, dunque perché abbandonare la macchina fotografica all'ingresso della grotta e non portarla dentro e impressionare il negativo con le meraviglie del mondo sotterraneo?

Appare chiaro che il fotografare in grotta presenta notevoli difficoltà tecniche; siamo dell'idea che il fotografo speleologico debba innanzitutto essere un buon speleologo, quindi che conosca non solo la tecnica fotografica, ma anche il mondo sotterraneo.

Per evidenti problemi di spazio, ci limiteremo in questa sede a dare alcuni appunti che riguardano l'equipaggiamento, la tecnica di ripresa e le difficoltà della fotografia in grotta. Naturalmente, l'elemento base dell'equipaggiamento è la fotocamera. La macchina ideale per le nostre esigenze deve ancora essere costruita; purtroppo, attendendo il miracolo non possiamo far altro che utilizzare nella maniera migliore quello che c'è sul mercato. La scelta dovrebbe cadere su due formati: 6x6 o 24x36 (formati il primo in cm. e il secondo in mm. del fotogramma sul negativo).

Va detto che la scelta del formato dipende molto dalla disponibilità finanziaria del fotografo o del gruppo dato che il 24x36 è più economico che non il 6x6. Molto importante, come in ogni tipo di fotografia, è la scelta dell'obbiettivo: in grotta è consigliabile il grandangolo (fra i più comuni: 35 mm. 28 mm. 24 mm.) il quale permette di abbracciare gran parte dell'area interna. In grotta è buio; occorre quindi la sorgente di luce artificiale e sono consigliabili lampade dalla elevata potenza luminosa. Gli accessori più importanti sono: un contenitore antiurto, poiché appare ovvio che non è consigliabile andare in giro, come faremmo all'esterno, con la nostra macchinetta al collo; se poi volete provare... i venditori del ramo saranno molto contenti. Anche un cavalletto è molto utile, diventa indispensabile quando si va in grotta esclusivamente per fare fotografie. Questo, sia perché offre maggiore stabilità, sia perché obbliga ad agire con più ponderatezza, dando modo di pensare di più all'inquadratura, alla disposizione delle luci, alla regia della scena. Col cavalletto è di rigore uno scatto flessibile. Un paraluce servirà in parecchie circostanze per difendere l'obbiettivo da spruzzi, colpi e riflessi luminosi.

Se si presentasse l'occasione di fotografare da vicino un insetto, una piccola concrezione ecc., se non possiamo permetterci un obbiettivo macro, serviranno egregiamente allo scopo un paio di lenti addizionali. La scelta delle pellicole dipende dall'uso che vogliamo fare delle immagini: se vogliamo delle stampe anche di grande formato in bianco e nero, esistono in commercio molte pellicole B/N fra le quali alcune (HP 5, ILFORD, KODAK, TRI-X, ecc.) possono essere esposte ad alta sensibilità (1600-3200 ASA).

Se vogliamo utilizzare le immagini per serate a scopo promozionale o divulgativo, ben s'adattano le pellicole invertibili a colori, diapositive. Anche queste pellicole hanno subito ultimamente un'evoluzione nel senso che ne esistono di molto sensibili (KODAK EKTACHROME 400).

Per quanto riguarda la tecnica di ripresa diremo alcune cose fondamentali poiché solamente un manuale potrebbe parlare esaurientemente di questo argomento. Innanzitutto la messa a fuoco si dovrà fare sfruttando il più possibile la profondità di campo cioè chiudendo il più possibile il diaframma (es. f/16, f/22) ottenendo perciò un maggior campo a fuoco; oltretutto gli obbiettivi grandangolari posseggono una profondità di campo molto ampia, L'esposizione dovrà essere fatta tenendo presente che lavoriamo con la luce lampo; ogni flash, a seconda della propria potenza esige un'esposizione adeguata alla distanza del soggetto da riprendere dalla fotocamera.

Se si volessero delle fotografie utilizzando come sorgente luminosa la poca luce delle lampade ad acetilene, sarà indispensabile per una corretta esposizione, un esposimetro, poiché raramente quelli incorporati nelle normali macchine danno tempi di posa piuttosto lunghi (20-30 sec.) indispensabili per questo tipo di illuminazione. Si dovrà quindi tenere aperto l'otturatore (con la posa B) per il tempo suggerito dall'esposimetro; per questa operazione è evidentemente indispensabile il cavalletto. Sulla composizione dell'inquadratura, da ultimo non resta che consigliare di includere in essa, ben evidente il soffitto o le pareti di roccia così da dare un'immagine comprensibile con facilità.