Una curiosa sorpresa

Loch 1979-1980-1981 - Organo Interno del G.S.S. - Anno III n. 2

tanzerlochI primi mesi di attività 1980 sono stati dedicati in gran parte al corso di speleologia alla fine del quale ci sentivamo tutti un po' stanchi e così nelle seguenti uscite non affrontammo niente di particolarmente impegnativo.

I nuovi entrati manifestavano animosamente il desiderio di fare qualcosa di spettacolare e in quel periodo trovammo il tempo per visitare il Tanzerloch. E' questa una voragine tra le più conosciute dell'Altopiano sulla quale vi sono alcune leggende di danze di folletti dalle quali deriva anche il suo nome che in cimbro significa Buco delle Danze.

E' un enorme camerone dalla pianta ovale largo un centinaio di metri e profondo 70. La luce che scende dall'ampio ingresso (dal diametro di 30 mt.) è sufficiente a illuminare a giorno tutto lo stanzone producendo quel certo effetto nella discesa che proprio cercavano i nuovi entrati. Unico angolo buio resta una stanza, peraltro di dimensioni molto più modeste, che si trova nella parte nord alla quale si arriva risalendo un ghiaione di una ventina di metri.

Dato che la visita non richiede tempi lunghi, siamo partiti di primo pomeriggio e arrivati all'ingresso dopo una mezz'ora e fatto l'attacco all'esterno, scesi io per primo. Dopo 15 mt. di discesa, vi è l'unico frazionamento poi si prosegue per i restanti 55 con un unico tiro. Aspettai la discesa degli altri che erano tutti nuovi seguendo qualcuno ma senza muovermi tanto per il camerone. Quando fummo quasi tutti nel fondo e che cominciammo a spostarci verso il ghiaione, restammo stupiti nel vedere una vipera per la precisione una Aspis che tentava di raggiungere la zona più calda cioè quella illuminata dal sole.

aspisLa sottigliezza del suo addome faceva chiaramente capire che non si alimentava da parecchi giorni e che tanto doveva essere il tempo che si trovava in quell'ambiente ostile al suo modo di vita. La sottoalimentazione, e il clima così rigido le imponevano movimenti molto più lenti del solito per cui non fu difficile ucciderla sottraendola così ad una inutile agonia.

Il fatto che più ci ha stupito è che sia potuta cadere dall'altezza di 70 mt. sopravvivendo. L'unica spiegazione è che sia caduta su un cuscinetto di muschio che copre alcuni dei massi che si trovano nel fondo in corrispondenza dell'ingresso.