Complesso Abri Sassi

Complesso Abri Sassi

Loch '88 - '89 - Bollettino Interno

3550 VVI COMPLESSO ABRI SASSI

  • Unità Morfocarsica VSC 05
  • Comune di Lusiana
  • Località: Abri Sassi
  • Longitudine: 0° 55' 26"
  • Latitudine: 45° 48' 10"
  • Quota 725 m. s.l.m.
  • Sviluppo: 1226 metri
  • Dislivello: -178 metri

Una volta tanto, le voci che circondano una grotta (nel nostro caso praticamente inesistente), si sono rivelate esatte. Si diceva infatti che l'aria che usciva un tempo da una stretta fessura del terreno facesse fiorire in inverno una pianta di corniolo. Queste voci risalivano a qualche decennio fa e la fessura era stata col tempo riempita e ricoperta da sassi e materiale di ogni tipo. Grazie alla comprensione e alle precise indicazioni del proprietario del terreno, che in questa occasione torniamo a ringraziare (non tutti, penso, sarebbero disposti a farsi aprire l'ingresso di una grotta a venti metri dalla porta di casa), siamo riusciti ad individuare questa cavità che tanto ci ha già dato e che tanto, ne siamo certi, ci riserverà in futuro.

La grotta

Bella grotta, l'Abri Sassi, bella ma estremamente dura e selettiva. I pozzi sono pochi alcuni dei quali si scendono in opposizione. Qui, a farla da padroni sono i meandri e le strettoie che tante volte ci hanno respinto e che tuttora ci fanno versare fiumi di sudore. Tutta la grotta è praticamente da un lungo meandro con frequenti approfondimenti, esplorato fino ad una profondità stimata sui 400 metri dove l'ennesima strettoia ha fermato per il momento le esplorazioni. Il fondo attuale è stato raggiunto nell'ormai lontano agosto dell''87 e da allora nessuno è più tornato da quelle parti. Vari motivi ci hanno tenuti lontani dal fondo di questa grotta.

Dapprima, la scoperta quasi contemporanea dell'Obelix (dove le esplorazioni sono andate avanti praticamente in parallelo) e più di recente la scoperta della prosecuzione all'Est hanno fatto in modo che nostri interessi si frazionassero. Ma il motivo principale che ha maggiormente inciso sul rallentamento dei ritmi esplorativi è stato e resta la difficile percorribilità che caratterizza gli Abri Sassi. Le strettoie-limite, prima numerose, dopo le massicce disostruzioni dell'88 sono quasi scomparse e la scoperta di un paio di vie alternative ci hanno permesso di bay-passare la stretta condotta semi-allagata a -23 e la buca da lettere a -116, che costituivano due punti piuttosto rognosi. Restano comunque decine di passaggi stretti nei quali non tutti riescono a passare e soprattutto lunghi tratti di stretto continuo in cui portare avanti i sacchi con il materiale comporta un dispendio di energia notevolissimo.

In particolare, il tratto che va da -130 a -160, quello che dal fondo della via dei pozzetti porta alla sommità del Tropical Mix (P 70), anche dopo il parziale allargamento della famigerata strettoia 138, rimane abbastanza allucinante. Sono circa 250 metri di meandro-strettoia sub-orizzontale per percorrere i quali, se si è allenati, senza sacchi e senza imbrago ci si impiega una buona mezz'ora. Prima, quando non avevano ancora scoperto l'Abri Sassi, la nostra concezione di una grotta dura era molto diversa da quella che abbiamo attualmente. I giri in Corchia o a Montecucco, fatti qualche anno fa e che ci erano sembrati allora piuttosto impegnativi, ci appaiono ora come delle comode passeggiate. Anche Malga Fossetta, che alcuni dei nostri avevano visitata parecchio tempo addietro (fino a -400) e che veniva considerata una grotta piuttosto stretta, non ci sembra più così terribile, almeno fino a qualche limite di profondità.

Dopo il P70, la grotta diviene più godibile, ci sono ancora dei tratti un po' stretti, soprattutto nei passaggi in frana che si incontrano verso il fondo, ma niente di particolarmente complicato. I tratti meno impegnativi sono costituiti dai pozzi e cioè da quelle parti di grotta che in una normale progressione abbisognano di maggior allenamento. A parte la difficoltà che si incontrano, la grotta è stupenda e morfologicamente bene assortita. Sale, pozzi grandi e piccoli, camini, meandri altissimi, condotte in pressione laminatoi, laghetti e marmitte, tratti fossili e semiattivi e soprattutto depositi calcitici e concrezioni in abbondanza, cosa inusitata per le grotte nostrane.

Possiamo dire che anche per quanto riguarda il suo andamento, prevalentemente sub-orizzontale, è piuttosto atipica; nonostante questo, raggiunge una profondità ragguardevole. Durante le esplorazioni abbiamo sempre agito entro limiti di sicurezza quasi esagerati, armando sempre con corde da dieci, doppiando sempre gli attacchi e cercando di evitare qualsiasi imprudenza. Tutto questo in quanto in questa grotta un'eventuale operazione di soccorso sarebbe attualmente di difficile attuazione (e lo sarà anche in futuro a meno che non si voglia trasformare la grotta in una cava) in quanto sono troppi i punti in cui far passare un ferito passivo sarebbe pura illusione. Oltretutto, le tradizionali barelle del soccorso dovrebbero essere segate almeno in due per essere trasportate anche vuote in profondità.

Tocchiamo comunque ferro, augurandoci che una simile eventualità non accada mai. Uno dei pregi maggiori degli Abri Sassi sta nella sua ottima temperatura, (+11°C circa) che permette, ,nelle zone dove la corrente d'aria non è fortissima, di non raffreddarsi troppo durante le soste.

Prospettive esplorative

Le potenzialità esplorative di questa grotta sono ancora enormi. Non tanto per quanto riguarda il dislivello, giacché aprendosi ad una quota piuttosto bassa, 740 m.s.l.m. ed essendo il livello delle sorgenti di base ad una quota di circa 200 m.l.s.m., non si potrà scendere ancora per molto. La grotta potrebbe invece riservare un notevole sviluppo orizzontale essendo le suddette sorgenti di circa 5 Km. di distanza dalle parti conosciute attualmente.

Anche nei rami laterali (Rolling Stones, Ramo dei 400, Ramo delle tute), le esplorazioni non possono certo dirsi concluse. Saranno anche da vedere, oltre al ramo principale, alcuni grossi arrivi posti nelle zone più lontane e che sono solo stati intravisti.