Fotus Speleus

Fotus Speleus

Loch '88 - '89 - Bollettino Interno

Ormai son più di quindici anni che viaggia nella mia stanza. Piccoli viaggi, si intende. Infilata ora tra le pagine di un libro, ora tra le scatole delle pipe e dei fermagli, per poi ritornare all'interno di un grosso libro per essere ristirata per le piegature subite.

Tutto questo negli anni tingendosi di un colore giallo che ora per la prima volta osservo. E penso.. .E come non può farmi pensare il colore di questa mia foto accorgendomi che essa si è tinta di quel giallo avuto dal tempo... e come non posso pensare che questa è la mia prima fotografia che si è tinta di giallo vivendomi accanto?

Ricordo che quel colore l'ho veduto tra le vecchie foto di mia madre quando nelle rare occasioni di incontro in casa sua a qualcuno veniva l'idea di risfogliare l'album di famiglia. Allora tra vecchie e semi-vecchie, le più piccole, le più strane e curiose, si nota il loro giallo tempo. E sempre, sono proprio loro, le protagoniste delle conversazioni.

Ecco che, da questo mio ricordo d'un tratto la foto assume una luce strana, mai notata prima. La guardo con più attenzione: piccola una bianco e nero 8x12 con bordi bianchi che le corrono attorno incorniciando il soggetto che in Franchetto, Eti, Muss e il sottoscritto all'imbocco del Buso dei Mati molti anni fa ci eravamo proposti.

Filetto bianco a farle da cornice, forse nata così sapendo che sarebbe stata presto dimenticata, messa da parte, sicuramente sommersa da altre, piccole, belle, molte a colori. E che bisogno c'era di quel bordicino bianco? Forse per essere un giorno guardata con più attenzione? Magica immagine di un frammento di vita rubata al tempo.
E che, forse, la Cometina, vecchia nostra macchinetta fotografica il bianco e nero lo imponeva? Così che un giorno le sue quattro vecchie foto venissero osservate più attentamente e con un po' d'amore?

E la guardo così allora, sentendomi strappare un'attenzione e una tenerezza particolare. Il piccolo cartoncino ai miei occhi si dipinge piano piano in una meravigliosa giornata di una estate lontana. A guardarla, la foto ha perso il suo grigio nero del folto bosco lasciando al suo posto un caldo marrone e uno stupendo verde luminoso degli abeti, meravigliosi colori, tutti riscaldati e illuminati dal sole che, anche se assente nel cartoncino, lo si vede riflesso nei volti dei quattro mini speleologi che vollero fissare in quel giorno d'estate, in una delle loro prime uscite in grotta un momento di gioia, di essere insieme, di essere amici e uniti in una collettiva curiosità per il buio delle grotte.

Giliano Carli Paris