Le "borsette" queste sconosciute

Loch '90 - '91 - Speleologia in Altopiano

Nel numero precedente di "Loch" abbiamo affrontato il tema dell'inquinamento delle acque e la conseguente difficoltà per una eventuale depurazione per il loro riutilizzo o riemissione nell'ambiente.

Ora, restando nel tema ecologia, entreremo nell'ambito di due materiali apparentemente conosciuti ma che nascondono invece delle sorprese: la plastica e la carta. Anche in questo caso non vogliamo trattare l'argomento da specialisti ma rivolgerci agli altopianesi che dovrebbero per primi impegnarsi a conservare integro il proprio territorio.

Perché parlare di plastica e di carta? Perché questi due materiali sono stati messi in contrasto in particolare con la famosa "guerra dei sacchetti".

Improvvisamente venne vietato l'uso dei sacchetti di plastica a favore di quelli di carta e sono stati poi riammessi con l'imposizione di una tassa di 100 lire cadauno. Il fatto è stato motivato con l'inquinamento provocato dai primi, non biodegradabili, mentre i secondi, biodegradabili, salvaguardavano l'ambiente con grande approvazione degli ecologisti.

Probabilmente chi ha operato le suddette scelte non aveva nozioni elementari di chimica, o più facilmente è stato strumentalizzato dai produttori di carta che premevano per una loro partecipazione al mercato degli shopper. Una opportunità nata quindi da politiche economiche, infatti senza entrare in argomenti molto sofisticati basta analizzare le seguenti tabelle per capire che i sacchetti o borsette di carta sono inquinanti e problematici da gestire quanto e forse più dei loro cugini di plastica, specialmente se di carta riciclata:

Il sacchetto di plastica

  1. Costo 1/3
  2. Volume 1/3
  3. Elastico (porta di più)
  4. Non teme l'umidità o prodotti bagnati
  5. Non si lacera facilmente con spigoli vivi
  6. Può essere usato molte volte
  7. É riutilizzabile per i rifiuti
  8. É riciclabile
  9. Non rilascia inquinanti nell'ambiente (ha il problema dell'impatto visivo se è abbandonato, ma questo. è un problema di educazione civica)
  10. Brucia, ma essendo costituito da polietilene rilascia acqua e anidride carbonica
  11. Il polietilene è inerte ed asettico
  12. É un derivato della chimica del petrolio

Il sacchetto di carta

  1. Costo triplo
  2. Volume triplo
  3. Rigido (contiene meno)
  4. Teme l'umidità (no prodotti bagnati)
  5. Si lacera con spigoli vivi
  6. Non può essere usato molte volte
  7. Non è riutilizzabile per i rifiuti
  8. É riciclabile ma con residui da depurare nelle acque reflue della cartiera
  9. Se lasciato nell'ambiente rilascia, oltre che la cellulosa, amidi, resine, adesivi, inchiostri e quindi metalli pesanti (specie se di carta riciclata)
  10. Brucia, ma quello che rilascia andrebbe analizzato a seconda della sua costituzione
  11. Se lasciato nei fiumi o nei laghi la sua distruzione operata da batteri (biodegradabilità) sottrae ossigeno alla vita acquatica
  12. Non ultimo per importanza è fatto di alberi.

Quanto sopra non è che uno dei tanti argomenti di carattere ecologico dove la malinformazione tende a demonizzare cose e situazioni che invece nascondono ben altre realtà. Nel caso specifico, di qualsiasi materiale siano contenitori ed imballi andrebbero regolamentati nella loro forma e capacità. Purtroppo molti dei temi oggi di moda come il "riciclaggio" vanno affrontati radicalmente fin dalla nascita di un prodotto e non dopo che sia stato utilizzato; non basta avere campane per la raccolta differenziata dell'immondizia se non è stato pianificato il suo riutilizzo: rischiamo di trovarci in un mare di rifiuti ben ordinati ma non gestibili.

Al momento impariamo almeno ad utilizzare correttamente ciò che abbiamo per le mani tutti i giorni, le "borsette" sono solo un piccolo esempio.

Corrado Corradin