Ma cos'è successo...

Loch '90 - '91 - Speleologia in Altopiano

Ma cos'è successo, non vedo più nulla; probabilmente il tubetto della lampada si è staccato.

Gli altri sono avanti, hanno un paio d'ore di vantaggio. Sono entrati questa mattina alle sei, io a causa del lavoro sono arrivato qui agli Abri Sassi alle otto e trenta. Speravo in qualche ritardatario, ma non ho incontrato nessuno e quindi sono entrato da solo. Ed ora mi trovo qui in questo meandro, che non è troppo stretto e neppure freddo, per cui mi ci trovo abbastanza a mio agio.

E con questa fortuita mancanza di luce una serie di sensazioni si accavallano nella mia mente.

In questo silenzio assoluto ad un tratto mi sembra di udire delle voci, poi una ninna nanna tanto sentita da bambino. Agli occhi stò rivedendo tutti i passaggi fin qui incontrati; ogni tanto fermo l'immagine per vedere se quella strettoia l'ho presa giusta, o se questo sudore è la causa di qualche errore di percorso. Il meandro in quel punto dovevo prenderlo sotto e non sopra, ma non ne sono del tutto sicuro forse, dovevo prenderlo,....

Più avanti adesso c'è da superare quel pozzetto un paio di salti, la buca da lettere, il grosso masso, la strettoia che ci fa sempre ricordare di mantenere la dieta, poi il meandro che si allarga fino ad arrivare al Tropical Mix, il P.70.

Da qui in poi la grotta diventa più ampia, fino ad arrivare all'attuale fondo su una grossa frana a meno 400.

Ma chissà dov'è Luisa in questo momento, forse sta disegnando, o forse sta ancora dormendo. La prossima domenica vado a trovarla, me lo riprometto.
Il mio pensiero sta vagando dalla grotta alla fidanzata, al lavoro, alla legna che mi sta aspettando nel bosco.

Ma qui da solo, in questo particolare stato d'essere il tutto sembra molto reale. Mi pare di sognare, di essere sdraiato sul letto a casa. Ad un tratto ho la sensazione che la grotta mi stia cullando, e mi ritrovo quasi a dormire quando una goccia di stillicidio mi cade sul viso e mi riporta di nuovo alla realtà.

Subito anche i miei sensi si risvegliano da questo torpore e le membra indolenzite ricominciano a muoversi.

Immediatamente alle narici mi arriva quel caratteristico odore che ha l'acetilene, allora ricordo tutto, e nell'aggiustare il tubetto sulla lampada ritorno indietro a qualche minuto prima, a quelle sensazioni così particolari. Ma la mano inconsapevolmente riattiva il piezoelettrico e il chiarore provocato dalla piccola fiammella mi ricorda che sul fondo del P.70 gli altri mi stanno aspettando.

Angelo Rigoni Stern