Note storiche e statistiche sul carsismo profondo dell'Altopiano dei Sette Comuni

Leonardo Busellato (Gruppo Grotte Schio C.A.I.)

L'Altopiano dei Sette Comuni era stato oggetto delle ricerche speleologiche di alcuni studiosi e appassionati locali !in dai primi del 900 pero la prima ricerca sistematica fu condotta da Gino Bigon, presidente del Gruppo Grotte Schio CAI, agli inizi degli anni 30. Successivamente, inseguito al rapporti con Bigon, furono effettuate alcune ricerche da Eugenio Boegan della S.A.G. di Trieste, nella veste di curatore del Catasto Grotte dell'istituto Italiano di Speleologia. Alla fine degli anni 30, anche i fondatori del Gruppo Grotte della GEV, confluiti più tardi nel Gruppo Grotte CAI di Vicenza, affrontarono l'esplorazione di alcune cavità dell'Altopiano tra le quali ricordiamo il Giacominerloch in quel di Cesuna. Anche Giovanni Moming si interessò all'Altopiano e specificamente della Spaluga di Lusiana, nell'intento di recuperare le salme di alcuni militari italiani finti sul fondo del primo pozzo dell'abisso a causa di un incidente stradale.

Intorno agli anni 50 l'Altopiano fu oggetto di tutta una serie di importanti esplorazioni condotte dal Gruppo Grotte Asiago, sorto nell'autunno del 1947 e operativo fino ai primi anni 1960. L'Altopiano del Sette Comuni, tuttavia, pur essendo un Altopiano carsico di possibilità illimitate, fino ai primi anni 70 non ha rivelato cavità di grande importanza, se si esclude la famosa Spaluga di Lusiana esplorata per la prima volta fino a -247 metri dagli speleologi triestini dell'Associazione XXX Ottobre a cavallo tra gli anni 50 e gli anni 60. Negli anni 60 c'erano state alcune campagne esplorative condotte sempre dai triestini nell'area Lusiana Campo Rossignolo Turcio - monte Fior - monte Tonderecar Val Galmarara Busa del Molton e dagli speleologi del CSIF di Udine nella zona Monte Zebio Zingarella. Furono appannaggio dei primi le esplorazioni degli abissi di Campo Rossignolo (-105 e -95), della Buca del Sorlaro (-120) e dell'abisso del Ghiaccio (-96), del Buso del Tre Cantoni (-150), del Brutto Buso (-110) questi ultimi due riempiti di immondizie negli anni immediatamente successivi; i secondi rilevarono L'abisso 1° e 2° dei Granari di Zingarella, rispettivamente profondi 177 e 95 metri, e il Buso della Neve fino a -95 metri. Un capitolo a parte meritano le esplorazioni subacquee compiute nelle sorgenti carsiche della Valsugana dai sub del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano. Questi, Infatti, effettuarono una serie di immersioni nelle sorgenti dell'Oliero, del Cogol dei Veci e del Ponte Subiolo portando un notevole contributo alla conoscenza dei sistemi carsici in ambiente freatico esistenti alla base dell'Altopiano lungo la valle del Brenta.

Il decollo del gruppi vicentini nell'esplorazione di cavità verticali si ebbe alla soglia degli anni settanta e fu proprio il Gruppo Grotte Schio CAI che inizio nel 1967 la riesplorazione degli abissi dell'Altopiano, seguito a ruota dai soci del Club Speleologico Proteo di Vicenza.

Niente di veramente nuovo venne comunque alla luce fino al 1974, anno in cui il G.G.S. localizza ed esplora fino a -160 l'abisso di Malga Fossetta e l'anno successivo l'Abisso 3x di Zingarella (-176). Fu il successo delle esplorazioni realizzate dal G.G.S. negli anni seguenti nell'abisso di Malga Fossetta che diede l'impulso decisivo ad una ricerca sistematica attuata con occhi nuovi da tutti i gruppi vicentini e i frutti non tardarono a venire. Infatti, negli anni 80, furono localizzati, esplorati e rilevati parecchi nuovi abissi e vennero scoperte importantissime prosecuzioni in parecchie cavità note. Fu così la volta del nuovo Abisso del Monte Como di Campo Bianco localizzato dal Gruppo Grotte Trevisiol ed esplorato dal Gruppo Speleologi Malo fino a circa 500 metri di profondità. Gli stessi speleologi di Malo poi scoprirono una inimmaginabile prosecuzione nel Giacominerloch che portò la profondità della grotta a 540 metri. Nello stesso periodo gli speleologi del Gruppo speleologico Settecomuni localizzarono nell'area di Lusiana i nuovissimi Abissi Abri-Sassi e Obelix, profondi rispettivamente 402 e 352 metri, tuttora in fase di esplorazione, e scoprirono una fantastica prosecuzione nell'Abisso Est di Campo Rossignolo ora profondo circa 350 metri.

Parallelamente al continuo avanzamento In profondità nell'Abisso di Malga Fossetta, che verso la fine degli anni 80 superava i 600 metri di profondità, il gruppo scledense scopriva sulle pendici del monte Chiesa L'abisso del Nido profondo 466 metri assieme a tutta un'altra serie di abissi minori situati nell'area del monte Cucco di Pozze. Dobbiamo ricordare qui anche l'esplorazione del Buso della Neve di Zingarella, tuttora in corso, che ha visto la scoperta di due notevoli prosecuzioni ad opera del gruppo scledense e di alcuni soci del Gruppo Grotte "G. Trevisiol" e del Gruppo Speleologi Malo. Il bilancio attuale di grotte catastate dell'Altopiano di oltre 1500 cavità, con almeno quattro abissi che superano i 400 metri di profondità, uno che supera i 500 metri ed uno, l'Abisso di Malga Fossetta, che sfiora 1100 metri di profondità. Noi siamo comunque convinti che si tratti solo di un assaggio. L'Altopiano dei Sette Comuni presenta poi in Valsugana, come abbiamo accennato sopra, una serie di gigantesche risorgenti per lo più localizzate nella zona di Oliero-Valstagna, oggetto di recenti e arditissime esplorazioni subacquee condotte da speleosub svizzeri in collaborazione con speleosub italiani e con il supporto logistico degli speleologi del Gruppo Grotte Giara di Valstagna. Un mondo carsico appena dischiuso anche se sono state compiute penetrazioni subacquee di oltre 2430 metri (Covol del Slori) e sono stati toccati In Immersione 1 134 metri di profondità (Grona di Ponte Subiolo o dell'Elefante Bianco).

In questa estrema sintesi del carsismo dell'Altopiano non possiamo dimenticare le grandi grotte della Bigonda e del Calgeron in terra trentina che, insieme, assommano una ventina di chilometri di gallerie. Nella Grotta della Bigonda poi, sembra siano stati superati i trecento metri di dislivello positivo.