L’Atlante delle Sorgenti

Un progetto importante

Il nostro Gruppo Speleologico Settecomuni svolge fin dalla sua nascita, attività di esplorazione speleologica e catastamento delle grotte per conto della Regione Veneto (L.R. 54/80).

Dal 1997 abbiamo avviato un importante progetto denominato ”Atlante delle sorgenti dell’Altopiano dei 7 Comuni”. Esso ha l’obiettivo di realizzare un censimento delle sorgenti, nonché fontanini, fontane, abbeveratoi, lavatoi e pozzi.

Non manca in tale progetto, il censimento di tutte le tipologie dei manufatti e la raccolta di notizie e testimonianze.

Questo lavoro rappresenta una importante ricerca sia scientifica che storica.

Dalla nascita dell’iniziativa abbiamo finora individuato e catastato, mediante l’uso di una scheda “georeferenziale” circa un centinaio di sorgenti.

L'Altopiano dei 7 Comuni infatti, con il suo ricchissimo sistema carsico, rappresenta una importante risorsa idrica da monitorare e salvaguardare, un bene non solo della popolazione locale, ma dell'intera regione.

Conoscere la presenza di eventuali inquinanti nelle acque sorgive e capire da dove provengono, risulta di fondamentale importanza soprattutto considerando che le fonti idriche cospicue e di buona qualità sono sempre più rare e che questa conoscenza può anche condurre ad una corretta pianificazione del territorio.

La conoscenza e la tutela del sistema carsico si riflette infatti in un rispetto verso tutti gli ambienti, non solo sotterranei, ma anche superficiali.

Per questi motivi, è anche in fase di realizzazione un laboratorio permanente di analisi delle acque che, una volta ultimato, sarà un punto importante del “Progetto IN.AC.” (Monitoraggio acque sotterranee), progetto voluto dalla Federazione Speleologica Veneta e dalla Regione Veneto.

Il metodo di censimento

La scheda “georeferenziale”, ovvero la Carta d’identità della sorgente, contiene i seguenti dati: Comune, località, coordinate geografiche, quota s.l.m., unità morfocarsica, tipologia e caratteristiche.

A tale scopo effettuiamo sopralluoghi in base alle nostre conoscenze dirette, alle segnalazioni anche di singole persone, alle sorgenti indicate nella cartografia attualmente a disposizione. Verifichiamo anche l'esistenza di quelle già rilevate nel 1911 dal Magistrato alle Acque di Venezia.

Per alcune sorgenti perenni situate in prossimità dei maggiori centri abitati, applichiamo il “Progetto IN.AC.”: vengono eseguite, con apposito laboratorio portatile, le analisi chimico-fisiche, con particolare attenzione alla presenza di fosfati (spia di inquinamento).

La ricerca storica

Raccogliamo inoltre notizie varie sul sito: testimonianze orali, vecchi nomi cimbri e loro significato, aneddoti, ecc.

Infatti, per individuare le sorgenti meno note o per raccogliere notizie di antichi pozzi sparsi nelle contrade altopianesi, non manca di sentirsi raccontare da vecchi della zona, storie di fatiche e di soddisfazioni per raggiungere e catturare l'acqua. E subito queste testimonianze di lavoro, questi interventi di trasformazione e di controllo fisico delle acque, portano inevitabilmente a spingersi verso una curiosità "etnografica". A questo si aggiunge la necessità di recuperare, quanto più possibile, il bagaglio culturale e la tradizione legati a beni che sono stati protetti e custoditi fino ai primi decenni del XX secolo per poi essere lentamente abbandonati in seguito alle mutate situazioni economiche e sociali dell’Altopiano.

A questo proposito, quando abbiamo iniziato la ricerca, le nostre menti non si sono allontanate per cercare una sorgente lontana. Il pensiero è subito andato alla fontana più vicina alla nostra Sede, la fontana della contrada Mosele di Asiago, antica e trascurata, chiusa con un portone di ferro, attualmente usata unicamente dai Vigili del Fuoco per riempire le loro autobotti. Pochi, al di fuori degli abitanti della contrada, ne sono a conoscenza. Ubicata accanto ad una stradina asfaltata, coperta da un cumulo di terra incotechita, mostra la sua facciata arcuata.

Un tempo mostrava i suoi sassi a vista e il suo tetto di "laste" con nel mezzo il colmo scavato, pure di pietra. Oggi la si ammira così, ristrutturata alla meglio nel 1924 e successivamente circa trent'anni fa. Fortunatamente si nota ancora la data di costruzione: 1681. La data dell'ultimo restauro ci deve far riflettere: erano ancora gli anni in cui per l'approvvigionamento idrico ci si avvaleva in parte di questi manufatti e gli interventi di manutenzione erano necessari per il vivere della popolazione.

Ma la fontana del Mosele non è la sola esistente. Solamente ad Asiago sono numerose e variano, come manufatti, da singole vasche ad altre con annesso piano per lavare, vasche apposite per abbeverare gli animali e pozzi coperti. È questo il dato di fatto dal quale siamo partiti per cercare di capire come la presenza dell'acqua sia legata alla forma insediativa e alle attività umane. 

La realizzazione dell"'Atlante delle sorgenti" si attua quindi attraverso due diversi approcci: da un lato l'analisi scientifica, dall'altro la ricerca sui manufatti costruiti dall'uomo.

Lo scopo è però unico, ovvero la conoscenza e la salvaguardia del "BENE ACQUA".

Fontana della Contrada Mosele

Fontana della Contrada Mosele