Da quasi 70 anni nelle grotte venete

Il Gazzettino - 13 giugno 1992

Andar per grotte è passione antica che le genti venete coltivano ancora dal lontano inizio secolo. E per gli attuali 25 gruppi iscritti alla Federazione speleologica regionale (20 dei quali spartiti tra Verona, Vicenza e Treviso) il convegno internazionale su «Le grotte alpine: i sistemi carsici e il loro contesto ambientale», che sta ospitando in questi giorni ad Asiago circa 400 studiosi e appassionati, è anche l'occasione per ripercorrere settant'anni di esplorazioni e scoperte.

La speleologia veneta è legata Indissolubilmente alla sua più profonda cavità: la Spluga della Preta. La prima esplorazione del famoso abisso veronese, avvenuta nel 1925 ad opera della sezione universitaria del Cai di Verona, segna infatti l'inizio della ricerca nella regione. L'entusiasmo suscitato dalla scoperta trova presto terreno fertile nel vicentino, tanto che nel '26 la sezione Cai di Arzignano dà vita al primo gruppo grotte a Vicenza, che bere presto giunge all'altro importante abisso veneto il Buso della Rana a Monte di Malo, la più estesa grotta italiana con i suoi 24 chilometri di sviluppo. I gruppi nel vicentino proliferano negli anni immediatamente successivi, anche se lo scoppio del secondo conflitto mondiale (a quell'epoca le cavità registrate nel Veneto sono 173) pone un drastico freno alla ricerca. Al termine della guerra sopravvive nel vicentino Il solo gruppo grotte dei Cai di Schio, mentre a Verona, al museo civico di storia naturale, si costituisce il gruppo Massalongo. Sono ancora i veronesi a fare da volano alla speleologia veneta, dando vita alla Società Speleologica Italiana, che nel 1950 raccoglie l'eredità dell'analogo istituto di Postumia. L'attività si riorganizza, e a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta nascono molti dei gruppi attualmente operanti: il S. Marco a Venezia, Il Montellíano dl Nervesa della Battaglia nel trevigiano, il gruppo dei Cai di Vittorio Veneto e il Bellona a Montebelluna. Negli anni Settanta cresce pure l'organizzazione del soccorso speleologico, con la costituzione dei VI gruppo dei Corpo nazionale soccorso alpino, con squadre di volontari inizialmente operanti a Verona e Vicenza. Nel 72 il club vicentino Proteo diventa sede dei Catasto grotte venete. Grazie anche agli incentivi dalla nuova legge regionale sulla speleologia, nel 1980 nasce infine a Vicenza la Federazione Speleologica Veneta, che si pone ancor oggi come il più autorevole interlocutore della Regione per la gestione della ricerca e del patrimonio sotterraneo. (a firma di Davide Sacco)