La ricca esperienza del gruppo "Proteo"

Il Gazzettino - 13 giugno 1992

Quando la speleologia diventa amicizia. Oltre cinquanta soci e 220 uscite all'anno. Esplorazioni e rilievi degli inquinamenti

Cinquanta soci, ma ancor prima amici, accomunati da un'identica passione: andar per grotte. Sono i componenti del gruppo speleologico «Proteo», fondato nel lontano 1962 dallo studioso Alberto Bianco e dall'attuale presidente, il professor Paolo Mietto, ordinario di geologia all'Università di Padova.

Da allora l'attività del gruppo è sempre stata indirizzata soprattutto verso il territorio vicentino, che con le sue oltre 2500 cavità conosciute figura tra le aree carsiche italiane più esplorate.

Per dare l'idea delle attività esplorative, di ricerca e divulgazione svolte, basta citare i numeri relativi allo scorso '90: 224 uscite, attraverso le quali «Proteo» ha rilevato e aggiornato 143 nuove grotte, 119 delle quali nel Veneto e 24 in Alto Adige.

Ma al di là della passione per l'avventura, gli speleologi assicurano un importante servizio alla regione (alla quale sono legati da una convenzione): l'individuazione di eventuali inquinamenti nelle grotte. É accaduto ad esempio a Foza, dove è stata scoperta una cavità trasformata in discarica abusiva.

Preziosa è pure la ricerca biospeleologica, volta all'individuazione e classificazione della fauna sotterranea, come il proteo, l'animaletto da cui il gruppo ha mutuato il proprio nome e che vive nelle grotte di Oliero, immessovi un centinaio d'anni or sono da esploratori che lo avevano prelevato da una grotta carsica triestina.

Tra le più recenti "sfide" del gruppo merita un cenno l'accurato lavoro di ristrutturazione dell'eremo di S. Cassiano a Lumignano, autentico gioiellino di epoca medioevale.