Il trentesimo del Gruppo Speleologico

Il trentesimo del Gruppo Speleologico

Sabato, 21 dicembre 2002 - L'Altopiano

Un'intensa attività di esplorazione, ricerca, studio, conoscenza e valorizzazione del territorio.

Costituzione del gruppo, storia e sedi
Era l'ultima sera di schella marzo, nel lontano 1972 che noi, cinque bocie della Cuba, decidemmo di fondare il nostro gruppo grotte. A stimolare la nostra fantasia erano stati i racconti del Silvano Fracaro Jungar, padre di due di noi che in più occasioni ci aveva raccontato dei tempi in cui lui e il suo compare Renè Gios partecipavano all'attività del Gruppo Grotte Asiago. Erano gli anni '50 e già allora in altopiano, si conoscevano grotte di notevole interesse. I racconti delle esplorazioni dei vari busi (Spaluga di Lusiana, Abisso dei Tre Cantoni, Sprunck, Buso del Sorlaro e altri) ci impressionarono a tal punto che, nonostante la nostra giovane età (13-16 anni), quella di diventare degli speleologi diventò per noi, un'idea fissa. Fù così che in quel 29 febbraio, dopo aver bruciato la vecia insieme al vecchio spazzacamino "Faina", nel piazzale dei Partigiani, ci ritrovammo sotto ai lavatoi della Cuba dove decidemmo ufficialmente la nascita del gruppo. Scopi principali erano le esplorazioni dei "busi" dell'altopiano ed il rilievo delle fogne di Asiago (oggi diventata speleologia urbana).

Costituito di fatto il gruppo si individuò come prima sede la baracca ricovero dei conigli, precisamente nella tesa, dei Zurli, in via Cairoli. Sotto il fieno fu costruito un nascondiglio con tanto di porta dove furono riposti i primi materiali di esplorazione come lanterne, petrolio, corde e qualche elmetto da cantiere. Naturalmente non mancava la cassa dei documenti che, ben lucchettata, custodiva anche le prime monetine che, quasi settimanalmemnte, si risparmiavano in vista di qualche spesa importante. Fu in questa sede che si discusse di battezzare con un nome il gruppo. Ognuno di noi elaborò un'idea ma Nino Zurlo, già bravo nel disegno, realizzo un logo che fu accettato da tutti: tre G sormontate, ad indicare il nome "Gruppo Giovanile Grotte".

Ma non passò molto tempo che ci trasferimmo nella prima vera sede. I Zurli convinsero la mamma ad utilizzare la casetta materna disabitata. Vivemmo quella conquista con tanta gioia, tanto che realizzammo un'insegna luminosa. Le prime esplorazioni furono quelle al Buso del Prunno, alla Voragine dello Zemblen e al Buso dei Mati. Arrivò anche la prima corrispondenza. Fu in quella sede che in una riunione fu ridiscusso il nome dell'associazione poiché, presto, sarebbe diventato "stretto" in quanto, gruppo giovanile sì, ma sentivamo che stavamo per crescere ... in tutti i sensi.

Cambiammo così nome scegliendo l'attuale, accantonando subito l'idea di inserire "Asiago", convinti che, il gruppo, avrebbe accolto appassionati di tutto l'altopiano. Incaricammo così Giordano Carli Paris di creare un nuovo stemma che richiamasse in qualche modo i sette comuni. Giordano disegnò un pipistrello posto sopra allo stemma di Asiago, in quanto sede dell'associazione, e perché, nello stemma stesso, sono raffigurate le sette teste, cioè i sette comuni.

Con la nuova denominazione ci trasferimmo alle vecchie pompe di via Matteotti (sotto il "Gruppo spontaneo corsi serali" dove qualcuno, per la sua vicinanza, ne approfittò per conseguire la licenza media). Fu in quella sede che Sandro Brazzale, socio fondatore dell'ex Gruppo Grotte Asiago, ci consegnò le attrezzature rimaste presso il loro vecchio magazzino. Fu naturale che ciò diede una spinta al gruppo ad affrontare esplorazioni più impegnative.

Da questo momento il GSS poté ritenersi un gruppo speleologico a tutti gli effetti registrando una sempre maggior presenza di soci e collaborazioni con enti ed altre associazioni del settore.

Cominciò la collaborazione con il Catasto Grotte Nazionale, successivamente divenuto Catasto delle Grotte del Veneto a seguito della nascita della Federazione Speleologica Veneta di cui siamo soci fondatori nel 1980. La prima catastata fu il Buso dei Boi, sviluppo 300 metri dislivello -72 metri.

Nel 1976 iniziò nel gruppo la rivoluzione tecnica della progressione in grotta. Fino ad allora la discesa e la risalita nei pozzi carsici era sempre avvenuta con l'ausilio di scale, sempre più leggere, ma comunque voluminose. La corda era un complemento per "assicurarsi" nelle manovre. Qualcuno (negli Stati Uniti e in Francia, con tecniche diverse) pensò bene di eliminare le scalette ed utilizzare per la progressione, solo corde, di un nuovo tipo, denominate "statiche". Grazie a queste corde, ed allo sviluppo di nuovi attrezzi bloccanti, venne più che dimezzato il volume ed il peso del materiale da portare in grotta. Venne più che raddoppiata anche la velocità di progressione: era nata la speleologia moderna e, anche per noi, era terminato un primo ciclo di storia.

Il problema sede non fù però risolto definitivamente, in quanto negli anni trovammo ospitalità nelle ex carceri di Asiago, per due volte nelle scuole elementari di via Matteotti, nelle scuole di via Costa fino al '95 quando, a seguito del nostro restauro del casello ferroviario della Gaiga, ci siamo trasferiti definitivamente, tutto questo grazie all'amministrazione comunale del tempo che ci ha concesso lo stabile.

Tutto questo è costato tempo, fatica e denaro. Abbiamo infatti provveduto al progetto di restauro, agli allacciamenti di luce, acqua e gas nonché a tutti i lavori di demolizione, ricostruzione e arredamento.

In trent'anni sono passati per il GSS quasi duecento soci tra ordinari, simpatizzanti e onorari. Alcuni soci sono presenti nella squadra di Asiago del Soccorso Alpino.

Trent'anni di attività, esplorazioni, ricerche e studi

Attività esplorativa sul campo ed in grotta

Le maggiori esplorazioni del nostro gruppo sono state nel comune di Lusiana:
Il complesso Abri Sassi

  • sviluppo 1838 metri
  • dislivello 365 metri in esplorazione

L'Abisso Est

  • sviluppo 871 metri
  • dislivello 344 metri

L'Obelix

  • sviluppo 927 metri
  • dislivello 400 metri in esplorazione

Altre importanti esplorazioni:
Buso della Vallunga (Conco)

  • sviluppo 389 metri
  • dislivello 160 metri

Hertloch (Asiago)

  • sviluppo 210 metri
  • dislivello -170 metri.

Altre attività di conoscenza e valorizzazione del territorio altopianese

Atlante delle sorgenti dell'altopiano dei sette comuni

Fin dal 1990 abbiamo iniziato ad interessarci dell'elemento "acqua" in quanto l'altopiano dei sette comuni, con il suo ricchissimo sistema carsico, rappresenta una importante risorsa idrica da monitorare e salvaguardare, un bene non solo della popolazione locale, ma dell'intera regione Veneto. L'Atlante delle sorgenti dell'Altipiano dei Settecomuni ha l'obiettivo di realizzare un censimento delle sorgenti, nonchè fontanini, fontane, abbeveratoi, lavatoi e pozzi. Non manca in tale progetto il censimento di tutte le tipologie dei manufatti e la raccolta di notizie e testimonianze.

Questo lavoro rappresenta una importante ricerca sia scientifica che storica. Dalla nascita dell'iniziativa abbiamo finora individuato e catastato, mediante l'uso di una scheda "georeferenziale" quasi duecento sorgenti nella sola conca centrale. Abbiamo inoltre messo in atto, per alcune sorgenti di grande importanza, un vero e proprio monitoraggio, ovvero la raccolta giornaliera di dati sui parametri chimico-fisici dell'acqua in intervalli di tempo di alcuni mesi.

La ralizzazione dell'atlante si attua quindi attraverso due diversi approcci: da un lato l'analisi scientifica, dall'altro la ricerca sui manufatti costruiti dall'uomo. Lo scopo però è unico, ovvero la coscienza e la salvaguardia del "bene acqua".

Quaderni di "Memorie d'acqua"

Sulla base di queste ricerche, abbiamo avviato una nuova pubblicazione, i Quaderni di "Memorie d'acqua" il primo dei quali è uscito nel febbraio del 2001 suscitando un notevole interesse, in particolare da parte degli operatori scolastici. Abbiamo infatti voluto realizzare una pubblicazione di carattere divulgativo che, affrontando un tema importantissimo con linguaggio agevole, risulti di facile lettura e, speriamo, sia fonte di nuovo interesse e curiosità per tutti. Il lavoro continua e, tra poche settimane, uscirà un nuovo quaderno su una delle più importanti sorgenti dell'altopiano, perenne e ricca di storia, la Covola di Gallio.

Museo dell'Acqua

La profonda conoscenza del territorio altopianese derivata dallo svolgimento delle varie attività e la passione che ognuno di noi nutre per la nostra terra ci ha portati ad elaborare nel tempo l'idea del Museo dell'Acqua: non un museo inteso in senso tradizionale (un susseguirsi di sale espositive statiche), ma un museo moderno, vivo, promotore di molteplici iniziative, un "luogo" che sia da un lato polo di attrazione per i visitatori (residenti e turisti), e dall'altro un polo di aggregazione culturale e quindi sociale.

L'ideazione del Museo dell'Acqua, che non trova altro riscontro sul territorio nazionale, è stata da noi proposta nel 1999 al comune di Asiago, che ha recepito l'idea e sta portandola avanti concretamente. Nel prossimo futuro quindi anche questa iniziativa darà i suoi frutti.

Videoloch

Da ormai sette anni alcuni soci hanno intrapreso una attività di documentazione con l'utilizzo di audiovisivi per conto proprio e per terzi. I documentari realizzati oltre ad aver trattato aspetti naturalistici e scientifici, hanno affrontato anche tematiche inerenti la storia, il costume e le tradizioni dell'Altopiano.

Oltre a questo è stata portata avanti una intensa attività didattica in collaborazione con le scuole dell'Altopiano e sono stati organizzati corsi, congressi e mostre di grande interesse.