Panoramix: alla ricerca della giunzione
Partecipanti: Elena, Jack, Nino
Quassù in altopiano piove ininterrottamente da circa un mese. Al posto della neve e del gelo che tutti aspettavamo è venuta giù una pioggia mai vista che ha impregnato il terreno non ancora ghiacciato e cosi i progetti che avevamo sulle nostre grotte hanno subito un forzato cambio di programma.In alcune a causa della grande quantità d'acqua che le percorre,in altre a causa delle difficoltà a raggiungerne l'ingresso. Come l'anno scorso ci eravamo prefissati di fare solo abissi ma il tempo non ci aiuta e finchè non cambia ripiegheremo su quel che passa il convento. L'uscita agli Abri di fine gennaio ci aveva visti bagnati come sorci e nonostante la gran voglia di finire la risalita a -180 siamo nostro malgrado costretti, per il momento,a rinunciare. Il camino in questione sale dritto in direzione Panoramix il cui fondo,confrontando i rilievi,dovrebbe distare una cinquantina di metri in pianta e una sessantina in dislivello. Dunque, se per il momento non possiamo salire da sotto per non rischiare di morire annegati, perche non ritentare di scendere dall'alto. Non andiamo al Panoramix dal lontano Novembre 2011 quando in due uscite avevamo lasciato un paio di punti di domanda non proprio entusiasmanti. Daltronde con l'acqua che scende e la neve in alto non abbiamo molte alternative per cui quando propongo di andare a scavare in quel posto infangato e inospitale Giacomo non mi sembra per niente contento mentre Elena che non c'è mai stata e non sa cosa l'aspetta aderisce subito. Partiamo comunque noi tre e arrivati in contrada Conte parcheggiamo il furgone al tornante. Smette anche di piovere ,ci cambiamo con calma e giunti all'ingresso togliamo i sassi che lo nascondono(siamo sul cilio stradale)' e verifichiamo che c'è aria in uscita.
Recuperiamo la corda che sta all'interno del primo pozzo e scendiamo. In dieci minuti siamo sul fondo (-20 circa), dove atterriamo già belli infangati. Sono passati più di tre anni dall'ultima volta che siamo stati qui e proviamo a vedere da dove arriva l'aria. ci sembra che la parte più consistente venga dal pozzetto di due o tre metri che abbiamo aperto nella penultima esplorazione del 2011 e all'interno del quale, durante la disostruzione sono caduti un numero imprecisato di grossi massi e detriti vari. Mentre Elena va a dare un'occhiata al fondo del pozzo della nocciolata io e Giacomo iniziamo a pulire il fondo del pozzetto. La frana è piuttosto consistente ma abbiamo tutta la giornata e due trapani per cui di buona lena ci alterniamo sul fondo a demolire e passare fuori tutto quanto occupa il pavimento sotto di noi. Ci raggiunge anche Elena che ci dice che c'è qualche possibilità anche sul fronte del p. della nocciolata,c'è un meandrino con aria da disotruire questione che sicuramente non affronteremo oggi. Abbiamo portato anche il termometro che segna 14° centigradi, la stessa che abbiamo misurato agli Abri Sassi qualche settimana addietro,ma!!!! Ci diamo dentro a fare il passamano e in un paio d'ore abbassiamo il pavimento di un buon metro. A questo punto con il solito fumo del toscano ci rendiamo conto che l'aria esce da una fessura che praticamente torna sotto alla sala che ci sta sopra e si collega col pozzo che avevamo riempito di detriti nel 2011. Indirizziamo lo scavo in quella direzione e in un altro paio d'ore riusciamo ad affacciarci al di sopra di una fessura profonda alcuni metri ma haimè, larga soltanto una decina di centimetri. Abbiamo scavato per molte ore, siamo bagnati e infangati fino al midollo (noi e anche i trapani) per cui per il momento molliamo. Anche per oggi la giunzione Abri-Panoramix appare ancora lontana. Uscendo recuperiamo le prolunghe che avevamo steso per il gruppo elettrogeno sino al fondo e portiamo fuori anche due secchi dal fondo del primo pozzo. Sono le sei e una volta cambiati facciamo un salto per il consueto spritz all'osteria Val Ceccona. Giornata infangata e infruttuosa ma ci siamo comunque divertiti. Ci riproveremo da sotto,acqua permettendo.
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