Gli speleo del G.S.S.

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Aprile 2010
Riassunto di tutta l'attività svolta ad aprile del 2010

Attività svolta Giovedì, 01 Aprile 2010

Lunedì 5 Aprile 2010 - "GIASARA"
Ieri era Pasqua, per cui abbiamo spostato a lunedì di Pasquetta la nostra uscita "domenicale". Eravamo un po' indecisi sul da farsi, anche stavolta alla riunione del giovedì è saltato fuori il nome dell'Obelix, ma alla fine abbiamo optato per la Giasara. A dire il vero anche la curiosità di sapere cosa c'è la sotto è sempre più forte, cacchio, sono anni che scaviamo in mezzo a quel vento gelido vuoi vedere...
Alle 9.00 sono in garage che preparo il materiale, alle 9.10 non arriva ancora nessuno, mi fermo, dopo un po' arrivano Monica, Loris e Marco piccolo. Ricomincio con i preparativi, si va!!!Per un attimo ho pensato al peggio, qui mi hanno bidonato tutti, troppi bagordi il giorno di Pasqua e allora niente grotta! Per ultimo arriva Nino; si fanno due macchine, Fornarete per panini, Fina per Caffè e via. Arriviamo sul posto e anche questa volta troviamo la sbarra della strada chiusa con il lucchetto, in qualche modo riusciamo a sfilare la catena e decidiamo di portare giù in jeep almeno il materiale, poi riportiamo su la macchina e scendiamo a piedi. Ci accorgiamo, scaricando il materiale, che manca all'appello una corda per armare il primo pozzo, telefono subito a Sandro che mi dice di averne una, ma che è un po' corta. Allora prendiamo la decisione più saggia: Nino e Monica vanno giù in contrada alla ricerca del padrone del fondo mentre noi torniamo ad Asiago a prendere la corda. Ritorniamo "alla stanga" praticamente in contemporanea e Nino ci dice tutto soddisfatto che ha trovato il figlio del padrone che ci autorizza a scendere in macchina sfilando la catena, tutte le volte che vogliamo!!! Bene siamo a posto anche con la coscienza. Alzo la sbarra e tutte e due le macchine passano. Arriva un'altra auto e scende un ragazzo giovane che mi chiede chi ci ha autorizzato a passare di là! Io gli rispondo che abbiamo appena parlato probabilmente con suo fratello e ci ha detto di passare. Lui mi risponde che non ha fratelli...bene, chiamo subito Nino. Scopriamo ben presto che il "vero" proprietario della strada non è mica il famoso Giannino e figli, ma un'altra famiglia che tra l'altro è in causa con il falso padrone. Il ragazzo, Loris, continua ad insistere sul fatto che noi abbiamo aperto la sbarra senza usare la chiave del lucchetto e noi fatichiamo non poco a fargli capire che eravamo in buona fede, convinti di aver parlato con il proprietario. Alla fine il giovane si convince e ci lascia passare, arriva anche suo padre che dopo una ripetuta spiegazione da parte nostra sui fatti ci dice: " QUEL GIANNINO, XE LA PIU' BRUTA PERSONA CHE EL BON DIO GABBIA MAI MANDA' SULA TERA ricordevelo!!!" Saliamo in macchina e scendiamo per la strada, giù verso la Giasara, ormai sono le 11.00 passate e alle 16.00 dobbiamo essere a casa:" Un co' si lavoremo tanto!!". Facciamo tutto velocemente e verso mezzogiorno siamo già all'opera sul cunicolo finale. La nostra galleria artificiale è una meraviglia, si lavora comodamente, infatti non fatichiamo per nulla (se fa par dire). Loris e Nino sono davanti con il demolitore che spaccano roccia a tutto spiano, io, Monica e Marchetto cominciamo un passamano per trasportare fuori tutto il materiale di risulta che là davanti intralcerebbe il lavoro. Per tre orette nessuno parla, solo rumore di sassi e marcia-picco, il cunicolo finale si allarga a vista d'occhio, ormai siamo una squadra di minatori, altro che speleologi. Alle 16.00, già in ritardo, cominciamo a mettere via tutto il materiale e io decido di andare a dare un ultima occhiata al cunicolo. Accendo il mio super led e con meraviglia riesco a vedere poco più avanti una stanza, sono al settimo cielo ormai per l'ennesima volta. Chiamo Nino e gli passo il mio casco, "Guarda tu stesso cosa c'è la sotto... !!"; chiama Loris e anche lui comincia a guardare la stanza inesplorata. Mus, che era quello che doveva andare a casa presto, preso da una voglia irrefrenabile vuole di nuovo il demolitore: " quattro colpi e se passa" ci dice. Tiriamo fuori di nuovo tutto quanto, Marco intanto comincia ad uscire anche perché è un po' infreddolito. Noi restiamo la altre due ore, ma quattro colpi non bastano per realizzare il sogno, bisogna rinviare la grande scoperta. A farci perder la testa, oltre la stanza abbastanza grande che si presenta la sotto, è anche un rumore molto forte che sembra venire da molto più in basso, un rumore quasi di una cascata, potrebbe essere di nuovo l'aria che passa in pressione su qualche fessura, chi lo sa!!! Scappiamo a casa alle 19.00 ma non prima di aver incontrato di nuovo su alla sbarra il vero proprietario del fondo Loris; ci dice che ci ha pensato e non ci lascia più scendere in macchina fino al buco perchè altrimenti è un casino. Ci lascia comunque passare a piedi, almeno quello!!!
Aperitivo al Lux per festeggiare il compleanno, il giorno dopo, di Monica lavatrice, pizza serale al campeggio Ekar e poi nanna a sognare la nostra mitica "Giasara"


Giovedì 7 Aprile 2010 - RIUNIONE IN SEDE SPELEO
Stasera c'è anche l'Asiago che gioca gara 1 a Bolzano contro il Renon per la finale che vale lo scudetto.
In sede trovo Nino assieme a Chiara, una ragazza che vuole venire in grotta dopo essere intervenuta alla serata organizzata da Libera al Lux. E' già la seconda volta che viene alla riunione e allora vediamo di organizzarci per insegnarle la tecnica speleo sfruttando la palestra-botola che abbiamo proprio in sede speleo. Monica, Marco piccolo e Renzo si sono iscritti al corso speleo del gruppo di Bassano così imparano un po' di più da speleo-teorici in gamba come Fossa e Tommasi (noi siamo un po' troppo facilitoni). Arriva anche il nuovo trapano dell'Hilti ordinato da Renzo, un vero affare visto che lo abbiamo pagato "solo" mille euro.
Moreno ci racconta delle discussioni interne al suo gruppo del Valdagno ed è un po' incazzato con il suo presidente, minaccia di iscriversi nel nostro Gruppo definitivamente e portare con sé tutte le "sue" grotte. Mah!!! Per domenica, festa, niente buchi, intanto l'Asiago vince ai rigori: chi inizia bene è a metà dell'opera!!!


Domenica 18 Aprile 2010 ore 13.00 – "BUSO DELA GIASARA"
Un'ora un po' insolita per andare a buchi, ieri però era il mio compleanno, il 41esimo e dovevo pur festeggiare, poi a mezzanotte dovevo andare all'auditorium di Gallio per aiutare i miei soci Rispaar a smontare il palco dopo aver fatto due giorni di spettacolo per i "Galioti".
L'Asiago hockey giovedì sera ha vinto lo scudetto e la festa si è protratta fino al mattino; settimana praticamente passata con pochissime ore di sonno e pensare di svegliarsi presto anche domenica mattina è da suicidio.
La voglia di andare in Giasara a vedere cosa c'è dietro quella strettoia ormai lunga solo mezzo metro è tanta, per cui mi accordo con Loris per trovarci al pomeriggio. I tre "corsisti del Bassano" ci raggiungono un po' più tardi, al loro ritorno dalla prova pratica al Cogolon di Valstagna. Carichiamo la macchina e partiamo alla volta di Conco: ci vestiamo, prendiamo i sacchi, carichiamo in groppa il gruppo elettrogeno e ci avviamo giù per la stradina a piedi visto che la sbarra è ancora abbassata e ci è stato proibito di scendere motorizzati. Senza perdere tempo, in men che non si dica ci troviamo sul fronte dello scavo con tutto perfettamente funzionante. Loris prende in mano la situazione e comincia le operazioni di scavo. Io lo assisto preparando il necessario e tirando fuori i sassi di risulta. Per un'ora e mezza si lavora senza riposo. Intanto arrivano Monica, Marco piccolo e Renzo. Loris allarga il passaggio sempre di più e decidiamo di non passare di là fino a quando il passaggio non sarà bello largo altrimenti poi quella strettoia resta e nessuno trova più il tempo di allargarla.
Ha piovuto tanto in questa settimana, in grotta c'è un forte scorrere d'acqua; dove lavoriamo però è bello asciutto e sotto di noi si sente il rumore dell'acqua che scorre dolcemente. Dalla fessura esce un ronzio che non lascia alcun dubbio: è una cascata!!! L'adrenalina sale sempre di più, la strettoia è forzata definitivamente, Loris si infila e passa al di là; esulta felicissimo e io riprendo con l'ipod tutta la gioia del veterano: "C'è uno stanzone e un crepo che va avanti!!!!" mi dice e comincia da dentro a togliere i sassi sul passaggio per finire in gloria il lavoro di prima. Io gli dico che non resisto, non posso più aspettare ancora, abbiamo scavato per più di 20 anni e io non aspetto neanche un minuto di più. Lui si sposta e mi lascia passare, lo supero appena di là e senza dire niente vado verso il crepo che scende con un inclinazione di 60 gradi. Ci sono un sacco di sassi in equilibrio instabile, manco li guardiamo, decidiamo di scendere più in basso senza toccarli per vedere dove la grotta va avanti. Arrivati sul fondo scorgiamo un po' più in alto un buchetto da dove esce il rumore della cascata e un masso gigante che ostruisce il passaggio verso quello che ormai non sembra essere più solamente un sogno.
Intanto arriva anche Moreno che, dopo un giro di telefonate, capisce che siamo andati in grotta nel pomeriggio. Da sopra ci dice che la situazione lassù è molto instabile, ma adesso che abbiamo visto che la grotta ha la prosecuzione più in alto, possiamo salire e buttare sul fondo del pozzetto tutto quello che vogliamo. Una volta in sicurezza Moreno entra in azione e lancia di sotto tutto quello che sembra essere traballante, lavora per un buon quarto d'ora e intanto noi stiamo là a goderci lo spettacolo. Riscendiamo nuovamente e decidiamo di demolire il masso che ci separa dalla cascata, tiriamo avanti la prolunga e portiamo il demolitore di sotto, in poco tempo il lavoro è fatto e si apre davanti a noi un quadro meraviglioso. Siamo sopra un pozzo di circa 12 metri, una cascata che scende sulle sinistra davanti a noi con dei camini a cascatella che salgono verso l'alto, per quanti metri non ne ho la più pallida idea. Alla base del pozzo, dal diametro di 5 metri, forse più, un altro apporto d'acqua che arriva ancora da monte e un altro ancora che è quello che passava sotto di noi nel meandro durante gli scavi. Cosa farà mai tutta quell'acqua la sotto??? che strada prenderà??? Quanto avrà scavato??? Per oggi ci basta così, di emozioni ne abbiamo provate a iosa e possiamo anche tornare a casa, prepariamo i sacchi e ci dirigiamo verso l'esterno.
Moreno porta su da solo il gruppo elettrogeno noi i quattro sacchi che restano. Siamo felicissimi e appena a portata di cellulare chiamo tutti per dare la notizia che la Giasara da strettoia è diventata abisso; questa volta non si ferma più, questa volta scendiamo fino al centro della terra. Nino, che oggi ha dovuto lavorare in negozio non mi crede, si convince solo alla sera quando gli faccio vedere i video della "meraviglia". Se questo è stato un regalo per il mio compleanno, con un giorno di ritardo lo accetto di buon cuore e tanto per fare lo sborone dico: a caval donato non si guarda in bocca!!!


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