Prefazione

Prefazione

Loch '88 - '89 - Bollettino Interno

A circa un anno dall'uscita di Loch '87 ecco ora un nuovo numero del nostro bollettino interno. Esce in un momento in cui la speleologia in altopiano sta attraversando un periodo particolarmente brillante e questo non soltanto grazie a noi ma anche per merito di altri gruppi vicentini che svolgono le loro ricerche nel territorio dei Sette Comuni. La scoperta di grotte importanti o di ulteriori esplorazioni in altre già conosciute, si susseguono, in questi ultimi tempi, a ritmo incalzante dando una dimensione nuova all'entità del fenomeno carsico nostrano. Noi, in verità, ce lo auguravamo e lo avevamo in parte previsto. D'altra parte, è stato facile essere buoni profeti conoscendo il potenziale del territorio.

A dire il vero, i risultati sono stati addirittura superiori alle aspettative e il primo -1000 dell'altopiano, ad opera del GG Schio, sembra ormai cosa fatta. Sarebbe questo un grosso e meritato premio per gli speleologi scledensi che con caparbietà qui tanto hanno lavorato nonché un risultato di prestigio per tutta la speleologia veneta. Agli amici di Schio và il nostro sincero augurio.

Mi è sembrato doveroso, da queste pagine, accennare seppur brevemente a quanto sta accadendo intorno a noi perché anche se sono fatti vissuti in prima persona da altri, si tratta comunque di speleologia fatta in altopiano. Noi, dal canto nostro, abbiamo cercato di fare la nostra parte e devo dire che non ci possiamo lamentare.

Rispetto al 1987, anno record con le sue 123 uscite, in questo biennio appena trascorso il ritmo è un po' calato, mantenendosi comunque su livelli discreti. Con le 68 uscite del 1988 e le 55 del 1989, siamo in pratica tornati ai nostri normali livelli di attività. Buona parte delle uscite, sono state dedicate come già si faceva nel 1987, alle disostruzioni.

La nostra è stata una scelta ben precisa perché eravamo e siamo convinti che la chiave che porterà alla conoscenza di forme di carsismo profondo in altopiano non può non passare attraverso la specializzazione in questo tipo di attività. Sapevamo anche che non sarebbe stato tutto facile, pochi colpi di piccone qua e là e giù all'infinito. Se le avremo trovate, queste benedette "grotte da scavo", ce le saremo sudate e così è stato. Abbiamo scavato tanto, spesso per niente, ma presto o tardi i risultati sono arrivati e di grotte vecchie ne abbiamo allungate parecchie.

Ma andiamo con ordine. Nel 1988, gran parte degli sforzi sono stati concentrati nelle due grotte più promettenti e cioè gli Abri e all'Obelix ma scavi e allargamenti sono stati intrapresi anche in altre 7 grotte.

Nel 1989, i risultati più vistosi e le maggiori soddisfazioni sono venute negli ultimi mesi dall'Abisso Est ma grossi lavori, tutt'ora in corso, sono stati fatti anche in altre grotte e i risultati, se ci saranno, si vedranno soltanto in futuro. Da questa impostazione dell'attività vengono penalizzati la quantità di grotte esplorate e soprattutto il numero dei rilievi fatti. Si sarebbe potuto agire diversamente, rilevando magari 50 grotte all'anno come facevano fino a qualche anno fa, ma i risultati, da un punto di vista qualitativo non sarebbero stati certamente gli stessi e probabilmente ci saremmo divertiti molto meno Continueremo dunque per questa strada, convinti che sia quella giusta e quella che a lungo andare ci ricompenserà maggiormente.

P. Rigoni

Redazione: Rigoni Pierantonio, Ronzani Sandro, Rigoni Angelo, Corradin Corrado, Carli Giliano

Foto: Rigoni Pierantonio, Ronzani Sandro, Rigoni Angelo, Vellar Loris, Ronzani Giampietro.