Anche nelle grotte è tempo di pulizie

Anche nelle grotte è tempo di pulizie

Lunedì, 1 ottobre 2007 - Il Giornale di Vicenza

CAMPAGNA DI LEGAMBIENTE. Iniziativa in collaborazione con la società speleologica per bonificare le cavità contaminate da inquinamenti e deturpate dai rifiuti.

Lattine, moquette e anche un carrello trasportatore. È censito come "Brutto Buso", ma si potrebbe chiamare direttamente "discarica" la grotta scoperta agli inizi degli anni '60 sull'Altopiano di Asiago nell'area del Turcio, con una profondità accertata di ben 115 metri ma con un punto interrogativo ben evidenziato nel rilievo topografico in corrispondenza del fondo come dire che la prosecuzione è più che attendibile. Oggi il Brutto Buso, voragine a cielo aperto con un'apertura di una decina di metri, ne misura una quindicina in profondità proprio perché è stata utilizzata come discarica dal Comune di Asiago e da chiunque ne avesse avuto necessità. Stipata all'inverosimile di ogni sorta di rifiuto organico e ingombrante. C'è, appunto, di tutto: montagne di lattine, moquette, sacchi neri pieni di cartelli segnaletici e persino un carrello trasportatore di cava del peso di qualche quintale che ha creato non pochi problemi ai gruppi speleologici vicentini impegnati nell'operazione "Puliamo il Mondo", la campagna di Legambiente per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di tutelare l'ecosistema.

In chiave speleologica l'iniziativa si è chiamata "Puliamo il Buio" ed ha richiamato una trentina di speleologi che con sacchi, argani e carriole hanno iniziato la scommessa improponibile. Lo svuotamento di 100 metri di grotta con i mezzi a disposizione effettivamente appariva quasi una presa in giro se non fosse per il messaggio che il mondo speleologico ha voluto dare. «Dobbiamo difendere l'integrità delle nostre grotte - afferma Corrado Corradin, asiaghese del gruppo grotte "Sette Comuni" e responsabile del progetto per conto della Fsv - perché in esse scorre l'acqua che poi andremo a bere. È stupido gettare rifiuti in grotta perché andiamo ad inquinare l'acqua, il nostro bene più prezioso».

Per due giorni gli speleologi vicentini hanno lavorato alacremente alternandosi alla base del pozzo d'accesso del Brutto Buso per asportare rifiuti di ogni genere quindi la grotta è stata liberata da diverse centinaia di quintali d'immondizia che verranno trasferiti in un ecocentro per lo smaltimento, e la sua base è scesa di almeno tre metri. Pochi, bisognerebbe ripulirla totalmente, ma per quest'impresa serviranno molti anni e molte altre edizioni di "Puliamo il buio".

Il Brutto Buso resta tale ma gli speleologi lanciano un grido d'allarme perché il territorio vicentino è un immenso groviera con oltre 4.200 grotte ed i fenomeni d'inquinamento sono purtroppo all'ordine del giorno. Non c'è grotta in cui non siano stati introdotti rifiuti. E alcune vengono utilizzate quali discariche in barba a tutte le leggi. Esempio eclatante la regina delle grotte beriche, la voragine Valmarana, utilizzata come immondezzaio e quindi richiusa con il proprio ripieno di veleni. Oggi la voragine Valamarana (conosciuta soltanto dagli speleologi) è una linda collinetta verde al cui interno il corso d'acqua filtra nel putridume di un decennio di rifiuti gettati dentro dal comune di Altavilla Vicentina. Quasi impossibile tecnicamente la pulizia di detta cavità a meno che non venga spianato il colle. Fenomeni d'inquinamento ipogeo come la Valmarana sono all'ordine del giorno sui rilievi vicentini. Tra le oltre 4.000 grotte censite sui Lessini, Altopiano di Asiago, Berici e Altopiano dei Fiorentini il triste elenco si arricchisce di anno in anno. E in queste cavità, appunto, scorre l'acqua. Dall'altopiano, per tornare all'impresa compiuta in questi giorni, le acque profonde dopo essersi "arricchite" degli inquinanti del Brutto Buso vanno a mescolarsi con quelle freatiche per poi uscire nelle risorgive di pianura.

In passato, sempre nell'ambito di questa iniziativa, sono state felicemente portate a termine operazioni di restyling della Spaluga di Lusiana, nella celeberrima Spluga della Preta e della Speluga dei Fondi nel comune di Caltrano.

Giancarlo Marchetto