Considerazioni preliminari sulla biospeleologia della Spluga della Preta

Domenico Zanon - Gruppo Grotte Milano C.A.I S.E.M

Grazie al coordinamento dell'Operazione Corno d'Aquilio é stato possibile effettuare una ricerca biospeleologica integrale nella Spluga della Preta, sino al nuovo fondo - 900.

Per i risultati finali nell'ambito della sistematica i tempi sono purtroppo lunghi, ma si possono trarre alcune considerazioni inerenti alla biocenosi di questo famoso biotopo.

I prelievi, circa 2000 esemplari, riguardano una settantina di specie, ma solo la metà di esse ha attinenza con l'ambiente ipogeo e solo una dozzina si possono considerare troglobie.

Di particolare interesse gli esemplari di un nuovo ragno descritto quasi in contemporanea da Thaler (1990) col nome di Amaurobius ruffoi e da Pesarini (1991) con quello di A. sciakyi; (a volte gli scherzi del caso!!...). Ma le note scientificamente più salienti di questo lavoro sono gli appunti effettuati in loco nei meandri più profondi (-700/800/900), dove, finché il pipistrello consuma il suo letargo, una fauna troglobia "esalta" e trasforma qualsiasi sostanza biodegradabile in potenziale energetico.

La nota lascia spazio anche ai ditteri, specialmente per quelle specie che popolano gli ambienti più profondi e tenta di trarre delle conclusioni sulle causali di questi inaspettati insetti, conosciuti come amanti della luce.

Seppur brevemente viene trattato il rapporto fra meteorologia ipogea e presenza faunistica, il rapporto numerico fra preda e predatore ed anche la variazione quantitativa stagionale.

Queste considerazioni comunque non sono che un riassunto di un lungo e capillare lavoro, che l'autore sta preparando per una futura pubblicazione.