Nota sull'Orothrecus Winkleri (Megg.)

Domenico Zanon - Gruppo Grotte Milano C.A.I. S.E.M

Sino dai decenni scorsi ed ancora tutt'oggi, si continua con una certa "spavalderia" a descrivere nuove specie di artropodi, quando specie non sono, trattandosi, a volte di razze geografiche o addirittura di semplici popolazioni.

Ciò avviene specialmente negli insetti, anzi nei coleotteri e la biospelelogia, per qualcuno, é diventata un trampolino di lancio per sbizzarrirsi nella scienza, gonfiando i cataloghi sistematici.

Questo dimostra una superficiale conoscenza del concetto di speciazione, della biogeografia, dell'evoluzione, dimenticando che, specialmente nella fauna ipogea, esiste una variabilità apprezzabile, non solo su ampi areali ma pure nella medesima popolazione.

Quello che più rammarica, però, é che i mezzi odierni sempre più sofisticati datici dalla tecnica, non servano tanto per conseguire una conoscenza più ampia su di una specie, bensì per trovare il "pelo nell'uovo" e descrivere un'ennesima specie, magari menzionando nel lavoro parole come "elettroforesi".

Lo scopo quindi di questa nota e' quello di dimostrare come la conoscenza morfologica (sistematica) tanto più sia corretta quanti più esemplari siano stati analizzati dettagliatamente.

Spesso in bibliografia si leggono descrizioni eseguite su di un singolo esemplare o su pochissimi. Sarebbe opportuno in questi casi ricorrere ad una nota preliminare, ma questo non succede per la premura velata dalla paura di vedersi soffiare un nome, o per l'avidità di ricevere sviolinate.

Conoscere una specie comunque non significa giungere alla configurazione dell'immagine o dell'esoscheletro, bensì appurare l'areale, la corologia la fenologia, la biogeografia, la fauna associata e cento altri dati ecologici inerenti alla specie stessa e prima ancora come catturarne gli esemplari a volte introvabili; e proprio per dare maggior risalto a questo ultimo problema, e' stato scelto il più raro degli Orotrechus endogei: il Winkleri, descritto dal Meggiolaro nel 1958.

Questo trechino, scoperto dal Kalis nel verso il 1930 presso Campone (Tramonti di Sotto), nei sessant'anni successivi non era stato più catturato, salvo cinque esemplari.

Nella nota si giunge a comprendere il motivo di questa rarità e la metodologia impiegata per prelevare esemplari vivi in più posti, appurando infine l'areale di questo insettino.

Un centinaio di esemplari sono stati mantenuti in cattività per un paio d'anni assieme ad altre specie di Orotrechus e ad altri artropodi, allo scopo di poter osservare il comportamento sia nell'ambito della specie, sia nei confronti della fauna associata.

Infine quasi tutti gli esemplari, circa 200, sono stati esaminati sotto il profilo morfologico e questo lungo lavoro, di interminabili misurazioni ed osservazioni, s'e' concretizzato con una fedele descrizione non dell'olotipo, ma della specie; descrizione che rappresenta la parte essenziale della nota.

Nel lavoro vengono descritti tutti gli organi che interessano la sistematica, approfondendo maggiormente quei punti, che spesso sono ii pretesto per "inventare" nuove entità.

Anche l'apparato copulatore viene analizzato con una visuale più reale, evidenziando quelle caratteristiche che consentono una suddivisione più moderna del genere.

Un disegno dell'esemplare "medio" accompagna lo scritto, mentre altri 28 fra profili e bozzetti visualizzano i passi della descrizione.

La nota continua con un esame inerente ai confronti con gli Orotrechus simpatrici e limitrofi, con particolari riflessioni sull'Orotrechus montisragognae.

Seguono nel lavoro considerazioni sull'areale e le presunte cause biogeografiche che riguardano i margini attuali, chiamando in causa sia gli Orotrechus confinanti, sia alcune constatazioni geomorfologiche.

Chiude l'articolo un insieme di note ecologiche quali la corologia, la fenologia, un sunto sulla fauna associata ed alcune note generali.

Infine e' stata aggiunta una tabella dicotomica limitata, al fine di poter individuare gli eventuali esemplari di Orotrechus winkleri; sperando che il tutto possa giovare alla scienza, al biospeleologo, all'entomologo specializzato od appassionato che sia.